Le tensioni nel partito per la «gestione» Rossi Ma deciderà il leader
cambiata una gestione superficiale. Senza strappi, ovvio, decideremo con Berlusconi...», dice Romani, per niente pentito della sua uscita durissima alla riunione.
A dire il vero — dopo un frenetico giro di consultazioni nella nottata di martedì e ieri — altri esponenti di punta del cosiddetto partito del Nord come Giovanni Toti e Maurizio Gasparri negano si sia mai pensato a un’azione di forza, e prendono in qualche modo le distanze dalle uscite in tackle dei colleghi: «Non mi è piaciuta l’assenza della Rossi — dice quest’ultimo —, e condivido la richiesta di una normalità nella gestione del partito. Ma dobbiamo stare tutti calmi, aspettare Berlusconi e comportarci in maniera inclusiva, non esclusiva come altri magari hanno fatto...». Resta però chiaro il dato di fondo: complice quello che è apparso fin dal primo momento come un via libera dei vertici aziendali e della famiglia di Berlusconi a farla finita con la logica del «cerchio magico » ( si racconta che Ghedini abbia spinto per far chiudere il profilo Instagram della Pascale dal quale erano partiti attacchi a Salvini, alla Calabria, ad Alfano), e la presa delle redini del coordinamento da parte di Letta, dello stesso Ghedini, con l’appoggio di Confalonieri, nel partito la sensazione è che si sia arrivati a un punto di svolta.
Quando e come però? Al momento non sembra prevista una destituzione della Rossi, che preferisce non commentare la polemica che l’ha coinvolta, e che vuole rispondere solo a Berlusconi. Nell’inner circle aziendalepoliticorimbalza che, in tempi congrui, lo stesso ex premier potrebbe pensare per lei a un altro ruolo proprio per evitare assalti e spaccature nel partito. Ma non pare pronta una soluzione alternativa. Se l’asse del Nord si muove facendo proseliti, la strada per arrivare alla meta è ancora da trovare. E Berlusconi, a quanto assicurano tutti, tra poco tornerà sulla scena per le decisioni immediate: «Non c’è nessun organismo alle viste, chi è preposto a ciascuna funzione svolge al meglio il proprio lavoro. Il resto sono chiacchiere dei giornali», chiude seccamente la questione Brunetta.