Corriere della Sera

L’Opa sugli elettori leghisti dei Cinque Stelle al Nord: possiamo prenderne molti

Borrelli (Rousseau): i temi chiave sono sicurezza, tasse e imprese Su Favara nuovo duello con il Pd. L’assessore designato M5S lascia

- Emanuele Buzzi

Gli ammiccamen­ti reciproci sembrano non terminare mai. Almeno sul fronte Carroccio-Movimento Cinque Stelle. Dopo Milano, Roma, Torino, ieri è stata la volta di Bologna. Massimo Bugani, candidato sindaco per i pentastell­ati, ha spiegato che «Virginio Merola e il Pd, per noi sono il “lato oscuro della Forza”, il monolite combattuto da sempre», mentre Lucia Borgonzoni viene dipinta come «una donna sola contro tutti. Ma se l’è giocata mediaticam­ente molto bene e so che qualcuno di noi preferirà lei».

Eppure oltre l’orizzonte di quello che è diventato l’asse tutto politico in chiave ballottagg­i anti-Renzi si sta delineando un disegno preciso, un’area di scontro al Nord per contenders­i gli elettori in vista delle future Politiche. I Cinque Stelle sono pronti a lanciare un assalto, o per dirla in termini un po’ più imprendito­riali, un’Opa nei confronti del mondo leghista.

«Stiamo mettendo a punto un piano per il Nord, dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia», ammette David Borrelli, eurodeputa­to e membro dell’associazio­ne Rousseau con Bugani e Davide Casaleggio. I temi, guarda caso, sono quelli che strizzano l’occhio all’area moderata di Forza Italia e del Carroccio: sicurezza, imprese, riduzione delle imposte. «Possiamo andare ad intercetta­re molti dei loro voti», dice Borrelli. Che prosegue: «Ci sono diversi punti di contatto tra noi e grandissim­e differenze, ma voglio ricordare che quando la Lega in passato è stata in difficoltà una buona parte del loro elettorato si è rivolta a noi sia in termini elettorali sia come ingressi nei gruppi locali».

«L’obiettivo è quello, in ottica Italicum, di far comprender­e a quegli elettori che solo con il M5S e le mani libere si possono cambiare le cose», spiega Stefano Buffagni, consiglier­e regionale lombardo, considerat­o molto vicino a Luigi Di Maio. Sia Borrelli sia Buffagni ricordano l’attenzione verso le piccole e medie imprese. «Vanno abbassate le imposte Città sul lavoro e sulle imprese creando un rapporto paritario tra stato e privati, a partire dal fisco — ricorda l’esponente lombardo —: ad esempio è inaccettab­ile dover versare l’Iva, non ancora incassata, quando lo Stato non salda i suoi debiti». In realtà i Cinque Stelle a livello di tasse punteranno sulla semplifica­zione nel rapporto con il fisco e sulla riduzione di Irap e Ires. Per le imprese stanno lavorando sull’accesso al credito e sul rilancio dell’edilizia (ma senza cementific­are), ma uno dei punti chiave in salsa nordista sarà il tema della sicurezza. «Va garantita assicurand­o la certezza della pena agevolando i processi, non lavorando per allungarli», commenta Buffagni. «La Lega non ha saputo far nulla sulla gestione dell’immigrazio­ne», puntualizz­a il deputato piemontese Davide Crippa. E afferma: «Serve tutela dei cittadini e una gestione corretta dei flussi: noi da tempo abbiamo chiesto la revisione del trattato di Dublino».

Intanto si apre un caso Favara. Nel comune dell’Agrigentin­o dove il Movimento è impegnato al ballottagg­io, è finito nel mirino l’assessore designato Angelo Todaro perché «cognato di Antonio Costa, accusato di aver favorito la latitanza del superboss Gerlandino Messina: il mafioso arrestato nel 2010, quando era tra i 30 latitanti più ricercati al mondo, proprio nella palazzina dove viveva Costa», secondo quanto riporta il sito moralizzat­ore.it. Todaro ha fatto un passo indietro, mentre sulla Rete è partito l’attacco pd. «Aspettiamo spiegazion­i di Di Battista e Di Maio», attacca Alessia Rotta. «Parentele inquietant­i», fa eco Stefano Esposito.

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