I piani avviati da GM e Petronas Gli industriali che scelgono Torino
Industriali di tutto il mondo unitevi, o almeno schieratevi. Giustificata o meno che sia, l’atmosfera da redde rationem che avvolge il ballottaggio di Torino limita gli spazi per la neutralità. Anche la vocazione industriale della città all’improvviso è diventata un terreno di scontro.
Chiara Appendino, la sfidante a Cinque stelle, insiste sulla presunta perdita di questo tratto identitario. Ma al tempo stesso ha pronunciato un «no» convinto alla Tav e un «sì» molto condizionato ad altre grandi opere come la Città della Salute, da fare solo a patto che i soldi arrivino per intero dal settore pubblico. Il sindaco uscente Piero Fassino picchia su questa apparente contraddizione, rivendicando i successi della sua amministrazione, e i toni si fanno sempre più aspri, da una parte e dall’altra. Fuori i secondi, dunque. Con tempistica apparsa sospetta in zona M5S, General Motors ha appena annunciato un accordo da 6 milioni di euro con il Politecnico per l’ampliamento del Centro di ingegneria dell’azienda statunitense, l’assunzione di cento ingegneri in tre anni e la copertura economica di 26 posizione di ricercatore.
«Noi non facciamo politica» premette Pier Paolo Antonioli, amministratore delegato di GM-Global Propulsion Systems, la società europea del gruppo che si occupa della ricerca sui motori. «Mi limito a dire che dopo il divorzio dalla Fiat potevamo scegliere dove andare. Ma l’accordo con il Politecnico, e una serie di risposte positive da parte delle varie amministrazioni che si sono succedute, ci hanno permesso di rimanere qui. Quest’ultimo accordo non fa che rafforzare il nostro legame con la città». Nei giorni scorsi Marco Boglione, fondatore di Basicnet, il marchio che raccoglie tra gli altri Superga, Robe di Kappa e K-way, aveva parlato di una spinta propulsiva ormai esaurita e dell’assenza di visione, suscitando un certo dispetto nel campo fassiniano.
Non sembra essere d’accordo Alessandro Orsini, responsabile per l’Europa di Petronas Lubricants International, la divisione dedicata alla produzione di lubrificanti per il settore automobilistico della società petrolifera malese, che ha ufficializzato un investimento da 60 milioni di euro per la costruzione di un Centro ricerche accanto alla sede di Villa Stellone. «A me pare che la vocazione industriale di Torino esista ancora. Questo è un posto dove si può fare innovazione, sfruttando anche un sapere che si è accumulato nel passato». L’ultima parola spetta a Licia Mattioli, presidente dell’Unione industriale di Torino, che in un comunicato sull’andamento dell’economia locale ribadisce la necessità della Tav e si augura che non venga interrotto «il percorso intrapreso». Come a dire che costretti a scegliere, gli industriali hanno una preferenza per l’usato sicuro. Pier Paolo Antonioli, ad di Gm-GPS