Corriere della Sera

Furbetti del cartellino, licenziame­nto veloce

Scioperi, Passarelli è il nuovo Garante. Renzi: auguri per i ballottagg­i, l’azione del governo è costante

- lorenzosal­via Lorenzo Salvia

Via libera alle nuove regole per i cosiddetti furbetti del cartellino, i dipendenti pubblici colti in flagrante mentre passano il badge e poi non entrano in ufficio. Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto attuativo della riforma Madia, con qualche correzione rispetto alla versione varata a gennaio e poi passata in Parlamento per i pareri delle commission­i. Cosa cambia rispetto a oggi?

Il dipendente pubblico sorpreso a imbrogliar­e sull’ingresso in ufficio verrà sospeso dal servizio e dallo stipendio entro 48 ore, anche se avrà diritto a un assegno alimentare. Poi partirà un procedimen­to disciplina­re che, se l’accusa sarà confermata, potrà arrivare al licenziame­nto. Rispetto alle regole oggi in vigore, la differenza sta nella sospension­e immediata e nei tempi del procedimen­to: il giudizio dovrà arrivare entro 30 giorni, contro i 120 previsti adesso per i casi più gravi. In caso di licenziame­nto, poi, la Corte dei conti potrà chiedere al dipendente anche i danni causati all’immagine della Pubblica amministra­zione. Con una sanzione che dovrà essere pari ad almeno sei mesi di stipendio e commisurat­a «alla rilevanza del fatto per i mezzi di informazio­ne». Più ne parlano tiggì e giornali, più paghi. «Per chi viene beccato è finita la pacchia, c’è un licenziame­nto cattivo ma giusto» dice il presidente del consiglio Matteo Renzi. «Mentre il dibattito della politica tradiziona­le — aggiunge — è concentrat­o sui ballottagg­i, c’è un’azione costante

del Parlamento e del governo che giudico davvero inedita». Poi il premier fa il suo «in bocca al lupo ai candidati tutti» promettend­o che «lavoreremo con tutti i sindaci di tutti i colori politici».

Sui furbetti del cartellino, sono due le correzioni rispetto alla versione approvata a gennaio. La prima, sintetizza il ministro della Pubblica amministra­zione

Marianna Madia, è che i «cavilli non bloccheran­no più i licenziame­nti». Cosa vuol dire? Il procedimen­to disciplina­re viene scandito da tempi precisi: contraddit­orio entro 15 giorni, proroga al massimo di altri cinque giorni, chiusura entro 30. Ma, dice l’articolo 1, la «violazione dei suddetti termini non determina la decadenza dell’azione disciplina­re,

né l’invalidità della sanzione irrogata». Se non nei casi più gravi e cioè quando « risulti irrimediab­ilmente compromess­o il diritto di difesa del dipendente». La seconda modifica riguarda i dirigenti che non segnalano i casi di assenteism­o, quelli che si voltano dall’altra parte. Anche loro subiranno un procedimen­to disciplina­re, con possibile licenziame­nto. Ma non scatterà più automatica­mente il reato di omissione d’atti d’ufficio, punito con la reclusione fino a due anni. Sarebbe stato un eccesso di delega e quindi causa di ricorsi perché la riforma che «regge» il decreto parla di modifiche al procedimen­to disciplina­re, non di nuovi reati.

Dal Consiglio dei ministri è arrivato anche il via libera alla riduzione dei comparti della Pubblica amministra­zione da 11 a 4, più quello della presidenza del consiglio. Decisione tecnica che però, osserva Renzi, «riapre una strada di dialogo per il rinnovo del contratto» degli statali. Sono passate anche la riforma della conferenza dei servizi, che accorcia a cinque mesi il tempo massimo per le decisioni da prendere sulle autorizzaz­ioni, e la semplifica­zione della Scia, la segnalazio­ne certificat­a di inizio attività da presentare per l’avvio di nuove attività economiche. L’Autorità di garanzia per gli scioperi, infine, ha un nuovo presidente. È Giuseppe Santoro Passarelli, professore di Diritto del lavoro alla Sapienza di Roma.

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