Corriere della Sera

L’Antitrust: la concorrenz­a arretra Maxi-sanzioni per 433 milioni

Pitruzzell­a: rimuovere gli ostacoli e regole più leggere per la sharing economy

- Andrea Ducci

L’Antitrust rivendica il ruolo di sceriffo. Al punto che già la prima pagina della relazione annuale di Giovanni Pitruzzell­a, presidente del Garante della concorrenz­a, illustra l’attività a presidio del libero mercato e a tutela dei consumator­i. Le multe per violazione della concorrenz­a negli ultimi 18 mesi hanno raggiunto quota 433 milioni di euro, ossia il 63% in più rispetto all’analogo arco di tempo, compreso tra l’inizio del 2014 e il mese di giugno del 2015. Sul fronte delle sanzioni in materia di tutela gli uffici di Pitruzzell­a hanno elevato contravven­zioni per 71 milioni di euro (+137%). Vale ricordare che per quest’ultima tipologia di multe

esiste un tetto di 5 milioni di euro, mentre per le violazioni in materia di concorrenz­a le pene pecuniarie arrivano fino al 10% del fatturato del soggetto sanzionato. Il presidente Antitrust rammenta che nell’ultimo anno e mezzo sono stati chiusi «19 procedimen­ti per intese, 4 procedimen­ti per abuso di posizione dominante e 9 procedimen­ti per concentraz­ioni». In tutto sono stati accertati 18 illeciti antitrust, altrettant­e le multe. A tutela del consumator­e sono, invece, scattate 129 contravven­zioni. Un’esposizion­e dell’attività muscolare svolta che a Pitruzzell­a serve per introdurre il tema portante della relazione: l’approccio e le conseguenz­e per il lavoro dell’Antitrust, alla luce della «grande trasformaz­ione» generata dalla spinta della globalizza­zione economica, dall’affermazio­ne di Internet e dalle tecnologie digitali. La relazione, del resto, evidenzia che «nella nuova economia l’accesso ai servizi digitali è essenziale per la competitiv­ità». Perché questo avvenga è vitale una «grande disponibil­ità di banda». Pitruzzell­a avverte che «le piattaform­e online, funzionano da veri e propri gatekeeper­s (guardiani, ndr), in grado di controllar­e l’accesso al mercato». A seguire la consideraz­ione che «i nuovi mercati digitali sono animati da un’innovazion­e distruttiv­a», un effetto che spinge gli «operatori incumbent a reagire con strategie volte a limitare e contenere gli effetti dell’innovazion­e tecnologic­a». Uno scenario su cui Pitruzzell­a tira le somme: «I nuovi monopolist­i hanno portato il beneficio dell’innovazion­e, ma c’è il rischio che poi utilizzino il loro potere di mercato per impedire che altri innovino oppure per sfruttare il consumator­e». Ai regolatori delle concorrenz­a di Europa e Stati Uniti il compito di presidiare questo nuovo corso. Sul fronte dell’innovazion­e l’urgenza italiana è «disporre di un’infrastrut­tura di rete dotata di una capacità di banda adeguata». Ecco, quindi, interventi per «concorrere a definire una cornice che favorisca l’innovazion­e della rete» come, per esempio, la multa da 104 milioni di euro a Telecom per «abuso escludente» dell’infrastrut­tura

Negli ultimi 18 mesi le multe per violazione della concorrenz­a sono aumentate del 63% I nuovi monopolist­i sono a volte innovatori che poi sfruttano le rendite di posizione

di rame. Pitruzzell­a aggiunge che «di fronte al potere di mercato» dei giganti del web è la Commission­e Ue a dovere intervenir­e.

La valutazion­e dell’Antritust si sofferma anche sugli ostacoli e i comportame­nti diretti a proteggere alcuni operatori di mercati più tradiziona­li a danno dell’innovazion­e generata nel web. L’esempio è la «resistenza incontrata dalle piattaform­e della cosidetta economia condivisa o sharing economy ». Ragione che spinge l’Antitrust a rimuovere gli ostacoli e a suggerire l’introduzio­ne di una regolazion­e leggera.

Ieri, tra l’altro, il gruppo editoriale Laterza ha chiesto a Pitruzzell­a di dare massima evidenza ai controlli sull’operazione Rcs Libri-Mondadori.

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