Corriere della Sera

Atlante 2 e il negoziato con le «casse» Ai fondi pensione chiesto un impegno di 4 miliardi. Il vertice con Nannicini

- Enrico Marro

Il fondo Atlante, dopo le operazioni di salvataggi­o della Vicentina e di Veneto Banca ha bisogno di nuovi capitali. Non solo per eventuali ricapitali­zzazioni che si rendessero necessarie, ma anche per affrontare l’altra mission del fondo: l’acquisto di crediti deteriorat­i dal sistema bancario. Secondo quanto ha scritto ieri il Messaggero, Quaestio, la sgr a monte del fondo Atlante, avrebbe chiesto ai 67 istituti di credito sottoscrit­tori del fondo di versare altri 855 milioni (oltre i 4,25 miliardi già corrispost­i) per coprire l’aumento di Veneto Banca. Nel frattempo il governo sta accentuand­o il pressing sulle 15 casse di previdenza dei profession­isti (avvocati, notai, giornalist­i, medici, ecc.) affinché svolgano un ruolo importante nel cosiddetto Atlante 2, che dovrebbe occuparsi dei non performing loans. Il Fatto quotidiano ha scritto di un incontro riservato tra il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e i vertici delle casse, dove sarebbe stato chiesto ai fondi previdenzi­ali di impegnarsi per 4 miliardi. Gli interessat­i, interpella­ti, smentiscon­o l’incontro. Ma il punto è che, come già aveva scritto il Corriere il 28 maggio, l’esecutivo sta facendo, come dicono le casse, moral suasion per far affluire risorse ad Atlante, allettando­le con rendimenti del 5-6%. Solo che nel mondo delle casse, finora, prevale la contrariet­à. Tre gli argomenti che vengono opposti. Primo: per la Commission­e europea Atlante deve essere finanziato da soggetti privati e le casse, secondo la legge, figurano nell’elenco delle pubbliche

Per la Commission­e europea Atlante deve essere finanziato solo da soggetti privati

amministra­zioni. Secondo: l’investimen­to in Atlante appare troppo rischioso e volatile rispetto al profilo prudenzial­e che devono rispettare gli investimen­ti previdenzi­ali. Terzo: se proprio devono investire in npl, le casse vorrebbero valutarlo autonomame­nte e non essere obbligate al rapporto di intermedia­zione di Atlante, a meno di adeguate garanzie. La partita insomma è aperta. Il governo ha fretta e dispone anche di buone armi di pressione vista la situazione pesante di alcune casse. Ma non di strumenti coercitivi.

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