L’episodio
Quando William Klein arrivò a Roma per lavorare con Fellini si rese conto che sarebbe stato solo uno dei suoi numerosi collaboratori. Ma la fortuna era dalla sua: slittando più volte le riprese per mancanza di soldi, nelle pause, Klein e la sua Leica si trovarono a girare la città in compagnia di guide d’eccezione: lo stesso Fellini, Pasolini, Flaiano e Moravia. E tra Klein e la città fu subito colpo di fulmine. Il lavoro (Fellini dirà: «Roma è un film e Klein lo ha girato») confluirà nel libro «Roma + Klein» (1959), ripubblicato da Contrasto nel 2009 possono essere fotografate e le foto ingrandite e collocate nello studio come fondali. E lungo queste strade possono irrompere le modelle, in quello che David Campany chiama «l’ipergiornalismo di Klein». Da questa ibridazione spontanea nascono le immagini di movimento, che sono la sua caratteristica come quella delle due mannequin in abiti a righe che si incrociano tra la folla sulle strisce pedonali di Piazza di Spagna (nella foto). Pubblicata su Vogue nell’aprile 1960, fece sensazione, ma questo artista visuale non ha mai tenuto in particolare considerazione i suoi lavori sulla moda, che oggi è però diventata ideologia predominante, forse unica della società in cui viviamo. Lo sguardo acuto e sarcastico di Klein ne coglie gli eccessi, il culto del denaro, la vanità, la pretesa di trasformare ogni collezione in un manifesto sociale, l’assurdità di certi capi. Temi che svilupperà nel film Qui êtesvous Polly Maggoo?, una pellicola di finzione, così acuta e approfondita da essere citata più volte nel libro dell’antropologo Bernard Rudofsky Il corpo incompiuto.