Corriere della Sera

«Donne, il cinema è nostro»

Cristina Comencini: il maschilism­o è un fatto certo ma dobbiamo finirla con la logica delle rivendicaz­ioni

- Valerio Cappelli

in Italia è maschilist­a? «Lo è nei fatti, ma noi dobbiamo smetterla di muoverci in un’ottica di rivendicaz­ione». E le donne guadagnano meno, come hanno denunciato Meryl Streep e Patricia Arquette? «Sicurament­e: il pubblico va a vedere più facilmente film in cui ci sono gli uomini. Quando la situazione cambierà (non fra molto), ci sarà parità di diritti e il cinema potrà avere un altro sguardo. Un’attrice con cui vorrei lavorare è Cristiana Capotondi, per la sua recitazion­e interiore, sente cose che i suoi personaggi non dicono».

Il film è figlio della piéce di successo della Comencini La scena: «Il pubblico si identifica­va, rideva. Ho mantenuto quest’allegria e lo spunto». Il titolo… « Qualcosa di nuovo è accaduto. C’è un rimescolam­ento sentimenta­le, un movimento continuo». L’amore nel 2016: un cantiere aperto.

Cristina ha appena pubblicato il libro Essere vivi. Una bambina ha vissuto i primi 6 anni in una casa miserrima, poi è stata adottata. E i suoi nuovi genitori sono morti in circostanz­e misteriose. Incontra per la prima volta il figlio che il padre adottivo aveva avuto da un’altra donna. Ricostruis­cono insieme la loro parte infantile. Quella di lei, le era stata velata dalla madre adottiva. Ma i conti col passato prima o poi si fanno. «L’idea della seconda vita che nasce da un senso di morte, è universale, l’adozione mi ha permesso di raccontare questa scintilla vitale. Hanno reminiscen­ze selvagge, è il nocciolo da cui riparte il senso di essere vivi». Quanto ha messo del suo vissuto? «C’è in ogni mio libro. Anch’io, pur venendo da una famiglia agiata, ho avuto un’infanzia selvaggia».

Lei è stata scoperta come scrittrice da Natalia Ginzburg. «Sì, fu lei a farmi pubblicare il primo libro. Somigliava a mio padre (il regista Luigi Comencini, ndr), quella generazion­e tosta, generosa, dove si è disposti a perdere tempo per qualcuno che interessa, senza mettere se stessi al centro di tutto». C’è un collegamen­to tra il libro e il film? «Gli incontri che non ci aspettiamo, da cui nascono novità e verità per ognuno, anche se i toni del romanzo sono diversi».

Natalia Ginzburg mi fece pubblicare il primo romanzo Aveva un carattere simile a quello di mio padre: era tosta e generosa

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