La sfida di Brescia: prima «citylab» per il grande schermo
Ilcuore, prima di tutto. La memoria, i sentimenti. «Spesso nelle mie commedie filmo non un luogo, ma il ricordo di quel luogo». Cine-antiquariato e futuro hi-tech, tradizione e nuovi orizzonti. «Un film è una creatura fragile, ha bisogno di risorse, cure. È la lezione di Rossellini e Sergio Leone: mai dimenticata».
Il matrimonio del secolo nasce a Brescia, la città dei record per ricchezza e numero di imprese. Che ora alza il tiro e, con allegria, chiede di diventare la prima «citylab» italiana del cinema. Progetti, start up, cultura diffusa, restauro degli ideali smarriti, una Silicon Valley. Il terminale di una scossa creativa tra cineasti, forze produttive, istituzioni. Ha questo significato la passeggiata che Carlo Verdone farà sabato alla fermata San Faustino della metro, al Palazzo della Loggia, al teatro San Barnaba. Incontri, proiezioni, un dialogo intimo con la città.
Verdone pensa a un nuovo film corale, il modello è Compagni di scuola.». La commedia ci salverà? «La commedia ha la responsabilità di raccontare la realtà. Scrivere sceneggiature oggi è difficile: l’attualità è cupa A Brescia, Verdone si farà in due per un amarcord sul recupero dei luoghi del cinema, «che hanno perso fotogenia soffocati dal degrado, Roma prima di tutti»; sull’eredità ideale di papà Mario, critico e storico: «Un esempio: se sbaglio, penso subito a lui»; sulla Casa sopra i portici in cui si affacciavano Fellini, Blasetti, Pasolini, Germi: «Troppa acqua è passata sotto i ponti. Internet ha cambiato il mondo. E la grande tv di Enzo Trapani e Antonello Falqui non esiste più»; sulle sale chiuse, dimenticate, brutalizzate, «una tristezza infinita». Tutto questo attraverso un percorso, Old Cinema, già delineato da Pupi Avati, Abel Ferrara, Mario Botta, Willem Dafoe, Giada Colagrande.
Non è tutto. Verdone e Brescia, la città della cine-scommessa, aggiungono agli omaggi un evento underground di realtà aumentata. Con un’app scaricabile gratuitamente, puntando smartphone o tablet su cartoline, manifesti e ticket spettatori e viaggiatori avvieranno un instant video con la Verdone story. Due happening collettivi nello stesso momento: uno reale e uno digitale. Accerchiati, lusingati dal cinema in un contesto futuribile di mobilità integrata.