Corriere della Sera

La goliardia formato autore di Linklater

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Un critico ha scritto a ragione che Tutti vogliono qualcosa, lo straordina­rio film di Richard Linklater pare Porky’s diretto da Rohmer: un’educazione sentimenta­le all’università da parte di un gruppo di matricole, primi anni 80, inizio era Reagan. Il regista texano di Boyhood ci fa sentire lo scorrere del Tempo in agguato negli occhi, gesti, songs, parole, flirt e i lanci di palla con cui i ragazzi passano tre ultimi giorni di vacanza allenandos­i a basket.

Hobby incrociati, goliardia, clan, raggi che faticano a diventare verdi con tanta voglia di conoscersi, amare, immalincon­irsi assieme oltre le scritte sulle magliette. Dialogo portentoso e attori che vivono e fanno auscultare i battiti del cuore e il sudore del lancio: i confini sono dove ognuno li trova, scrive alla fine sulla lavagna il prof. regista. (m. po.) Alice attraverso lo specchio di James Bobin con Mia Wasikowska

620.910 Warcraft - L’inizio di Duncan Jones con Ben Foster, Dominic Cooper

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Premiato come film queer a Cannes nel 2012, Laurence Anyways predica il contrario: Laurence che da uomo si trasforma in donna non è gay ma è nato maschio per errore e vuole rimediare. La filosofia di Xavier Dolan al suo terzo film, dopo essersi occupato del suo Edipo, è che siamo tutti persone senza etichetta al collo. Il prof. Laurence infatti, anyway, continua a tenere, in tailleur, a Montreal, una faticosa relazione con la ragazza che lo ama.

Certo non è semplice, ma bisogna seguire gli istinti anche se la società intorno insulta, critica o uccide come a Orlando. Il tuttofacen­te Dolan (regista, sceneggiat­ore, montatore, costumista) infiamma lo schermo dal formato anni 50 con impennate surreali di impatto (la pioggia di vestiti dal cielo), ricorda il Cronenberg

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