Fermatelo!
Il demonio è il solito Ibrahimovic per lui è pronto il Muro italiano Tutte le contromisure allo svedese Più polizia nel ritiro-fortino azzurro
Candreva Ibra è fantastico, da solo è capace di mettere in crisi una squadra intera
MONTPELLIER Domani pomeriggio a Tolosa, nello stadio più piccolo dell’Europeo, ci giochiamo la qualificazione anticipata agli ottavi di finale con quel diavolo di Zlatan Ibrahimovic. La Stella contro il Muro azzurro e non c’è alcun dubbio che questo esplosivo confronto di talento sia la chiave di Italia-Svezia.
Se fermiamo Ibra il più è fatto. Antonio Candreva non può che ammettere: «È un giocatore fantastico, ha colpi grandiosi e da solo è capace di mettere in crisi una squadra». E chi può negarlo? Ibra nell’esordio contro l’Irlanda non ha brillato, ma da una sua accelerazione è nato l’autogol del pareggio. Il colpo del campione. Così siamo ancora una volta nelle mani dei «bastardi» della difesa Juve, secondo la definizione del mensile francese So Foot, che ha preso in prestito il film di Quentin Tarantino. La BBC azzurra dopo il Belgio è stata osannata in giro per l’Europa e applaudita dall’Uefa. Barzagli sta vivendo una seconda giovinezza, Chiellini sembra aver superato gli infortuni, Bonucci sta diventando uno dei più forti del mondo nel suo ruolo. Fermare Ibra potrebbe rappresentare la definitiva consacrazione del terzetto impreziosito dal portiere Buffon.
Scordiamoci però che sia facile. Zlatan contro l’Italia ha giocato una volta sola, dodici anni fa e ha lasciato il segno: un gol di tacco, proprio a Gigi, che di fatto ci è costato l’Europeo 2004. Quella volta ha preso per il naso sia Cannavaro sia Nesta (anche se i due non avevano responsabilità diretta). Per la nuova triade bianconera è un’occasione unica, ma al tempo stesso una sfida complicata.
Ibrahimovic è la stella polare di una Svezia fragile e involuta, che si affida a lui per rimettersi in corsa. Lo svedese dovrà fare di più rispetto all’esordio e vincere le inquietudini che lo attraversano, forse perché non vede chiaro il suo futuro. Ieri il suo nome è stato inserito come fuoriquota nella lista dei pre convocati della giovane nazionale svedese che andrà all’Olimpiade in Brasile. Il viaggio a Rio de Janeiro dipenderà però dalla scelta della prossima squadra. A Manchester sono convinti che il trasferimento a Old Trafford, alla corte di Mourinho, sia imminente. In Svezia sono più prudenti, arrivano persino a sospettare che Ibra possa rinviare la scelta a dopo i Giochi e raccontano che sia affascinato e tentato dal Napoli. Chissà se tutti questi pensieri, che indubbiamente affollano la sua mente, possano in qualche modo distrarlo. Conte se lo augura. In ogni caso le contromisure sono pronte.
Ma l’allenatore intende lavo-
Conte Niente è stato ancora fatto e dobbiamo per forza mantenere i piedi per terra
rare soprattutto sull’Italia, alzando la soglia dell’attenzione per scacciare quel pizzico di euforia deleteria che si instaura in un gruppo dopo una vittoria così rilevante come quella con il Belgio numero due del ranking.
Il c.t. non molla un colpo e non ha cambiato programma: allenamento al mattino e video al pomeriggio. Urge riattaccare subito la spina «perché niente è stato fatto e dobbiamo mantenere i piedi per terra», ha spiegato. Come al solito è scatenato dentro il fortino sempre più inespugnabile. Oltre al solito filo spinato, sono raddoppiati i poliziotti francesi lungo il perimetro del centro Bernard Gasset. Anche gli uomini della sicurezza italiana hanno provveduto ad allontanare chi ha provato ad avvicinarsi. Fatica sprecata. La prova generale è stata rinviata a questa mattina perché l’allenatore vuol capire bene chi ha recuperato dopo la faticaccia di Lione. I cambiamenti saranno minimi: più De Sciglio di El Shaarawy per Darmian sulla corsia sinistra e forse Florenzi al posto di uno tra Parolo e Giaccherini.