Gli azzurri ci provano contro le Furie Rosse
Gli azzurri provano a ribaltare il pronostico con la Spagna Decisi ad affrontare i campioni senza paura e catenaccio
Se c’è una cosa che fa infuriare Antonio Conte è essere considerato un catenacciaro. La sua Italia, che ha perso anche Candreva, è qui per soffrire. Non per subire. Né per contemplare la bellezza spagnola. O provare a imitarla. A St. Denis va in scena una guerra di mondi che può quasi sembrare la ribellione all’Impero dominante, che vince coppe europee in serie e ha conquistato gli ultimi due Europei, assieme al Mondiale 2010: il valore di mercato dei 23 azzurri è stimabile sui 330 milioni, quello della Roja quasi il doppio (640). La Spagna è quello che vorremmo essere, quella che coltiva i ragazzi attraverso la tecnica, li fa crescere, giocare nelle grandi squadre da giovanissimi. Al punto che in Italia il vivaio ormai si chiama comunemente «cantera». A Madrid, scottati dal fallimento dell’ultimo Mondiale, si aspettano un’Italia brutta, sporca e cattiva, dedita al turpe catenaccio. Una parola che fa saltare sulla panchina Conte. Ma forse è meglio così. Perché il catenaccio 2.0 prova a essere un’altra cosa: la ricerca costante della profondità in velocità, della giocata a sorpresa. E in questo senso la Spagna è l’antagonista ideale, che può esaltare l’Italia. Oppure bloccarla sul nascere. Comunque vada, non sarà più la stessa cosa. Per nessuna delle due.