La vicenda
Sabato il premier Mateo Renzi ha incontrato all’Eliseo il presidente francese François Hollande, in una cena informale con anche il primo ministro francese Manuel Valls: una riunione di circa un’ora e mezza, per discutere degli esiti della Brexit
Prima di incontrare Hollande, sabato, il premier a Palazzo Chigi ha visto i ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda
Oggi il premier sarà a Berlino per il vertice convocato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel con Hollande e il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk
Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung ha parlato della nascita di un nuovo direttorio a tre Berlino-ParigiRoma. Nei mesi precedenti vi erano state polemiche per l’esclusione dell’Italia da alcuni summit internazionali
L’uscita del Regno Unito dalla Ue non deve essere usata come un «deterrente» per cecare di spaventare altri, dirà oggi, tra le altre cose, Angela Merkel a François Hollande, Matteo Renzi e Donald Tusk. Non bisognerà perdere tempo, certo, per mettere in moto il negoziato di uscita di Londra dalla Ue, ma non al punto di essere «indisponenti» con chi ha votato: più importante che le trattative siano ordinate e con obiettivi precisi da parte degli europei. In particolare, serve ricordare che la Gran Bretagna resta un partner nella Nato, all’Onu e in molto altri consessi internazionali.
Non avrà vita facile a sostenere questa posizione, la cancelliera. E anche gli altri suoi obiettivi, in particolare la direzione che deve ora prendere la Ue, saranno punti di contenzioso tra i tre partner. Per questo, a Berlino si parla di necessità di «compromesso per l’Europa». Hollande e Renzi, che si sono incontrati sabato sera, arriveranno oggi a Berlino con idee abbastanza diverse da quelle di Frau Merkel. E anche nello stesso governo di Grande Coalizione tedesco i socialdemocratici sembrano più vicini alle posizioni dei socialisti francesi che a quelle della loro alleata domestica cristiano-democratica. Nessuno poteva pensare, d’altra parte, che dopo la Brexit la vita sarebbe stata una passeggiata.
Da settimane, la cancelliera è irritata con la Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker per come ha gestito in febbraio le trattative con David Cameron sulle concessioni da offrire a Londra affinché il referendum respingesse l’uscita dall’Unione. Ritiene che il modo sia stato «maldestro» e che non abbia fornito a Cameron argomentazioni per dimostrare agli elettori che la Ue vuole cambiare (cosa che a parole tutti da tempo dicono di volere).