Turchia contro Vaticano: sugli armeni mentalità da crociate Bergoglio firma con il patriarca Karekin una dichiarazione che cita il genocidio. La Santa Sede: parole di pace
Una «sana disunione» per salvare l’Unione europea dopo la Brexit, nel senso di «ricrearla», pensare «un’altra forma di unione» e dare «più libertà e indipendenza» agli Stati membri. Nel volo di ritorno dal viaggio in Armenia, Francesco non sembra avvertire la stanchezza e risponde per un’ora ai giornalisti. Tra l’altro parla pure del «riformatore» Lutero le cui «intenzioni», dice, «non erano sbagliate», e dice di non avere «aperto» alle diaconesse ma «solo di aver chiesto uno studio».
Santità, è preoccupato che la Brexit porti alla disintegrazione dell’Europa ed, eventualmente, alla guerra?
«La guerra già c’è, in Europa. Poi c’è un’aria di divisione, non solo in Europa ma negli stessi Paesi. La Catalogna, l’anno scorso la Scozia... Queste divisioni non dico siano pericolose ma dobbiamo studiarle bene e prima di fare un passo avanti in quella direzione bisogna cercare soluzioni percorribili. Io non ho studiato quali siano i motivi del perché il Regno Unito abbia voluto prendere questa decisione. L’indipendenza si fa con l’emancipazione: per esempio, nei nostri Paesi latinoamericani, dalle corone. E questa è più comprensibile. Invece la secessione di un Paese, pensiamo alla Scozia, è una balcanizzazione. Per me l’ unità è superiore al conflitto, sempre. E anche la fratellanza — e qui vengo alla Unione europea — è migliore della inimicizia o delle distanze. I ponti sono migliori dei muri. Un Paese può dire io sono nella Ue ma voglio avere certe cose che sono mie, nella mia cultura. Il passo che deve fare la Ue per ritrovare la forza delle sue radici è un passo di creatività e anche di sana disunione: dare più indipendenza, più libertà ai Paesi, pensare un’altra forma di unione, essere creativi, nei posti di lavoro, nell’economia: in Italia il 40 per cento dei giovani sotto i 25 anni non ha lavoro. C’è qualcosa che non va in quella unione massiccia, ma non buttiamo il
Serve un passo di creatività e anche di sana disunione: dare più libertà e indipendenza ai Paesi Qualcosa non va nell’unione massiccia, ma non buttiamo il bambino con l’acqua sporca C’è un Papa soltanto Benedetto XVI è il papa emerito non il secondo Papa È il nonno saggio Ho sentito che alcuni sono andati da lui per lamentarsi del nuovo Pontefice e lui li ha cacciati via
Nel monastero armeno di Khor Virap — a pochi metri dal confine con la Turchia — Papa Francesco ha firmato una dichiarazione congiunta con il patriarca armeno Karekin II nella quale, parlando dei conflitti a base etnica, politica e religiosa nel Medio Oriente, viene rievocato «il genocidio» subito dal popolo armeno nel 1915, sotto l’impero ottomano.
Ed è stata proprio la parola «genocidio» contenuta nella dichiarazione che ha suscitato una dura reazione da parte della Turchia. Nurettin Canikli, il vicepremier, ha parlato in maniera diretta di «parole molto spiacevoli che indicano la persistenza
«Ho sempre parlato dei tre grandi genocidi del secolo scorso, quello armeno e poi quelli compiuti da Hitler e da Stalin. L’anno scorso ho visto che l’aveva usata San Giovanni Paolo II e ho citato la sua frase. La Turchia ha richiamato il suo ambasciatore ad Ankara, poi è tornato due o tre mesi fa, c’è stato un digiuno ambasciatoriale, il diritto alla protesta lo abbiamo tutti...Ma nel discorso volevo sottolineare un’altra cosa: della mentalità delle crociate». Di più, per il vicepresidente del Consiglio «quella del Papa non è una dichiarazione imparziale né conforme alla realtà».
Erano nel monastero e hanno fato volare due colombe delle pace, il Papa e il patriarca armeno. Che, nella loro dichiarazione, hanno manifestato la «speranza per una soluzione pacifica riguardanti il Nagorno-Karabakh», mentre dall’altra parte del confine il governo criticava le parole del Pontefice. Contestazioni che hanno spinto il portavoce del Vaticano a intervenire per rispondere alle autorità turche. Padre Federico Lombardi, non si è scomposto davanti alle
«In un tempo della Chiesa ce ne sono stati pure tre! Benedetto è Papa emerito: ha detto chiaramente che dava le sue dimissioni e si ritirava ad aiutare la Chiesa con la preghiera. Lui è per me il Papa emerito, è il nonno saggio, è l’uomo che parole di Canikli, consapevole anche del fatto che l’anno passato per la stessa ragione la Turchia aveva richiamato in patria il suo ambasciatore in Vaticano.
«Se si ascolta ciò che ha detto il Papa non c’è nulla che evochi uno spirito di crociata», ha detto Padre Lombardi: «Il Papa non sta facendo crociate, non promuove guerre ma promuove la pace. Francesco ha pregato per la riconciliazione di tutti e non ha pronunciato una parola contro il popolo turco. La sua volontà è di costruire ponti al posto dei muri, di creare le condizioni per la pace e la riconciliazione».