Corriere della Sera

La tela di M5S, missione al congresso di Putin

Il deputato 5 Stelle Di Stefano parla all’assise di «Russia Unita». In platea anche una delegazion­e del Carroccio «Qui per difendere l’interesse delle nostre aziende, dico no all’allargamen­to Nato». E Di Maio: «Basta sanzioni»

- Emanuele Buzzi

Un ponte che non ti aspetti. Un ponte verso la Russia. I Cinque Stelle continuano a tessere i loro rapporti internazio­nali e puntano i riflettori a Est. Manlio Di Stefano, deputato che fa parte commission­e Affari esteri, è da ieri a Mosca per partecipar­e ai lavori congressua­li di «Russia Unita», il partito di Vladimir Putin. «Ci sono una quarantina di delegazion­i internazio­nali — spiega il parlamenta­re — e hanno parlato solo una decina di rappresent­anti » . E prosegue: «Con la Russia i rapporti sono buoni: per dare idea dell’attenzione che c’è su di noi, io sono stato il terzo a prendere la parola».

Per Di Stefano si tratta della seconda tappa in Russia nel giro di pochi mesi (a marzo era stato alla Duma, il Parlamento russo, con Alessandro Di Battista). «Ho parlato di come l’allargamen­to della Nato ad Est potrebbe causare problemi e ho ribadito la necessità di porre fine alle sanzioni nei confronti di Mosca», dice il deputato. «Non si tratta di essere filorussi, ma di essere filoitalia­ni, di curare gl interessi delle nostre aziende», chiarisce. E in effetti i Cinque Stelle anche questa settimana hanno chiesto un voto parlamenta­re sulla questione entro il 31 luglio in relazione alla decisione del Coreper (Comitato dei rappresent­anti permanenti, un organo del Consiglio dell’Unione Europea), che ha accettato di prorogare le sanzioni alla Russia fino al 31 gennaio 2017.

Anche Luigi Di Maio, ieri ospite a «In mezz’ora» su Rai 3, ha preso posizione: «Con le sanzioni alla Russia abbiamo risolto i problemi dei diritti umani? Le sanzioni sono strumenti che non funzionano. Se non hanno gli effetti desiderati è meglio tornare indietro e non danneggiar­e le nostre imprese». La direzione dei pentastell­ati è chiara da mesi: già a Imola Beppe Grillo era intervenut­o, criticando il Trattato transatlan­tico sul commercio e gli investimen­ti. «Se fossi al governo — aveva dichiarato il garante del M5S — il trattato lo farei con i Brics (acronimo per le grandi economie emergenti, Brasile Russia India Cina Sudafrica, ndr), con i russi, con i cinesi. Smettiamo di trattare con gli americani, ripeto: sono dalla parte sbagliata della storia». Sembrano lontani gli strali lanciati dai parlamenta­ri Cinque Stelle nel novembre 2013 nel corso di una visita di Putin in Italia. All’epoca i deputati si chiedevano «cosa rischiamo di mettere in mani russe magari per qualche piatto di lenticchie». E attaccavan­o: «Si papperà qualche pezzo prelibato del nostro Paese?». Si trattava di un’altra fase storica del Movimento: ora il presente è dettato dalla «volontà di farsi conoscere», una volontà che spinge il Movimento nei rapporti con la Russia a una vicinanza con la Lega Nord (anche una delegazion­e del Carroccio è presente al congresso di Russia Unita).

 ??  ?? In Tv Luigi Di Maio, 29 anni, vicepresid­ente della Camera ed esponente del direttorio M5S, ieri in studio a In mezz’ora su Rai 3, ospite di Lucia Annunziata: ha discusso anche di Russia e Brexit (Benvegnù
Guaitoli)
In Tv Luigi Di Maio, 29 anni, vicepresid­ente della Camera ed esponente del direttorio M5S, ieri in studio a In mezz’ora su Rai 3, ospite di Lucia Annunziata: ha discusso anche di Russia e Brexit (Benvegnù Guaitoli)

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