Le minacce alla pace in Colombia
Il cessate il fuoco tra il governo colombiano e le Farc siglato lo scorso giovedì è stato forse recepito in Europa con troppo ottimismo. Ci sono diverse sfide che ancora minacciano il processo di pace, osservano Javier Lafuente e Ana Marcos da Bogotà sul A iniziare dalla resistenza di una società riluttante a riabilitare e riammettere al tavolo politico un gruppo armato per cui nutre profonda avversione. Il governo dovrà vincere questa resistenza prima di sottoporre l’accordo definitivo al referendum che dovrebbe farlo entrare in vigore. Un altro ostacolo è l’empasse nella trattativa con i guerriglieri dell’Eln e con gruppi paramilitari convertiti al narcotraffico. nche se poi, come è ovvio, giunte a Roma e istituzionalizzatesi, ognuna di queste «rivoluzioni» ha puntualmente tradito le attese. Si è trasformata in qualcosa d’altro divenendo anch’essa, inevitabilmente, «romana» e «politica».
Stando così le cose, sarebbe stato lecito credere che in occasione delle ultime elezioni amministrative Milano potesse diventare una roccaforte del movimento di Grillo. Così non è stato invece. È stato anzi l’opposto: i 5 Stelle hanno avuto qui uno dei loro peggiori risultati. Contrariamente a ciò che in tanti hanno detto la cosa non si spiega però, a me pare, con una generica «buona qualità» dei candidati, bensì con un altro dato. E cioè con il fatto che in un certo senso sia Sala che Parisi rappresentavano già essi, con la loro storia, l’antipolitica. Con la loro storia per l’appunto: cioè un’«antipolitica» diciamo così biografica, di vocazione, di mentalità e di ruoli ricoperti, dunque non ideologica, non contrapposta in linea di principio alla «politica». Parisi e Sala hanno rappresentato, rappresentano, dicontro,