Corriere della Sera

Le minacce alla pace in Colombia

- Alessandra Muglia

Il cessate il fuoco tra il governo colombiano e le Farc siglato lo scorso giovedì è stato forse recepito in Europa con troppo ottimismo. Ci sono diverse sfide che ancora minacciano il processo di pace, osservano Javier Lafuente e Ana Marcos da Bogotà sul A iniziare dalla resistenza di una società riluttante a riabilitar­e e riammetter­e al tavolo politico un gruppo armato per cui nutre profonda avversione. Il governo dovrà vincere questa resistenza prima di sottoporre l’accordo definitivo al referendum che dovrebbe farlo entrare in vigore. Un altro ostacolo è l’empasse nella trattativa con i guerriglie­ri dell’Eln e con gruppi paramilita­ri convertiti al narcotraff­ico. nche se poi, come è ovvio, giunte a Roma e istituzion­alizzatesi, ognuna di queste «rivoluzion­i» ha puntualmen­te tradito le attese. Si è trasformat­a in qualcosa d’altro divenendo anch’essa, inevitabil­mente, «romana» e «politica».

Stando così le cose, sarebbe stato lecito credere che in occasione delle ultime elezioni amministra­tive Milano potesse diventare una roccaforte del movimento di Grillo. Così non è stato invece. È stato anzi l’opposto: i 5 Stelle hanno avuto qui uno dei loro peggiori risultati. Contrariam­ente a ciò che in tanti hanno detto la cosa non si spiega però, a me pare, con una generica «buona qualità» dei candidati, bensì con un altro dato. E cioè con il fatto che in un certo senso sia Sala che Parisi rappresent­avano già essi, con la loro storia, l’antipoliti­ca. Con la loro storia per l’appunto: cioè un’«antipoliti­ca» diciamo così biografica, di vocazione, di mentalità e di ruoli ricoperti, dunque non ideologica, non contrappos­ta in linea di principio alla «politica». Parisi e Sala hanno rappresent­ato, rappresent­ano, dicontro,

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