LA MAGIA RIVELATA
STORIE E MITI: LA VALLE D’AOSTA SORPRENDE CON IL SUO PASSATO
Gli appuntamenti Parte il programma dell’estate. Tra concerti e spettacoli, molti gli incontri sulle arti illusionistiche E, sorpresa, le radici di questa regione sono intrise di fiabe e leggende che ne rafforzano l’intima bellezza paesaggistica
Quelle « sculture» degli stambecchi del Gran Paradiso assisi immobili sui dirupi, i laghi alpini occhi cerulei nel verde fluo della macchia boschiva, i profili all’apparenza arcigni del Cervino, il Monte Bianco e il Monte Rosa che però, tranne quando vivono giorni di bufera, si lasciano «domare».
E, ancora, la luce adamantina dei ghiacciai sui quali si specchiano i cirri candidi, i graffiti lasciati dall’uomo neolitico, i castelli eretti dai suoi discendenti nel Medioevo: basta chiudere gli occhi un istante e riaprirli subito dopo in qualsiasi punto della Valle d’Aosta ci si trovi per avere la sensazione visiva e tattile di trovarsi di fronte a una magia. Nella regione più piccola d’Italia, però, i portenti non li realizza soltanto la natura o l’Office Régional du Tourisme proponendo «Fiabe nel Bosco» che ha come protagonista la famiglia D‘Antanoz nella rappresentazione de «La Conta di conte» ambientata nel Medioevo, il Campionato del Mondo di Street Magic e il laboratorio per bambini e ragazzi provetti maghi denominato Magic Summer Camp.
Esiste, infatti, anche una storia di prodigi più antica, nobile e intima, quella dei secret, formule di magia bianca pronunciate, o meglio sussurrate con un tono così flebile da rendere praticamente impossibile distinguere le parole, nel dialetto francoprovenzale, il patois, che, secondo le credenze, Gesù avrebbe svelato agli apostoli affinché le diffondessero e praticassero nelle terre cristiane.
«Sono preghiere di cui si parla già nei Capitolari di Carlo Magno del IX secolo — spiega Giuseppe Rivolin, Direttore dell’Archivio Storico Regionale della Valle d’Aosta —, richieste di guarigione da malattie, stati di ansietà, proferite, su richiesta di chi soffre, da persone che posseggono il dono appunto della conoscenza di queste formule. Solitamente questa capacità viene trasmessa di padre in figlio, purché il discendente abbia le stesse qualità morali, etiche. Io stesso vi sono ricorso in passato per un’infiammazione che i medici non riuscivano a curare: non c’è
bisogno di vedere di persona chi conosce il secret, basta rispondere alle sue domande, anche per telefono».
Esperti anche delle proprietà taumaturgiche delle erbe locali, scientificamente attestate dal laboratorio della Maison des Anciens Remèdes (ecco l’aggancio con l’attualità: è stato anche ricreato un giardino di piante curative originarie www.anciensremedesjovencan.it), i possessori di questa lingua magica, sarebbero anche capaci di «bloccare i ladri, ipnotizzandoli a distanza — racconta Fiorenza Cout, che ne ha frequentati tanti per scrivere Secret. Formule di guarigione in uso in Valle d’Aosta, edito da Priuli&Verlucca — ma poi hanno il dovere di andarli a liberare nell’alpeggio in cui sono stati fermati. Chi possiede la dote del secret è una persona normale, dal contadino alla maestra, dall’impiegato dell’ufficio postale all’operaio, si è scelti dall’alto».
E ancora: «Il secret di solito vieta espressamente la possibilità di ricevere in cambio denaro, quando invece lo consente, chi lo riceve deve destinarlo a una causa benefica. Non sono curatori, fattucchieri». Sono figure magiche della Valle d’Aosta, che rafforzano la bellezza del luogo. È come un invito ad andare oltre le «montagne incantate», al di là delle valli, al di là dei tramonti.