Corriere della Sera

Torna il re della giungla

Skarsgard: ci sono zone dark nel mio eroe che ha paura di se stesso A scuoterlo è la compagna Jane, questa volta una donna vera e forte

- Giovanna Grassi

Riappare l’uomoscimmi­a tra tanti supereroi, gladiatori, mutanti, X-Men, guardiani della galassia o Avengers, e in The Legend of Tarzan, dal 14 luglio nelle sale italiane, ha il volto e i muscoli («temprati da una dieta ricca di proteine che mi ha fatto guadagnare 12 chili», ride l’attore) di Alexander Skarsgard.

Il biondo svedese, nato a Stoccolma nel 1976, figlio del noto Stellan Skarsgard prediletto da Lars Von Trier, recita da quando aveva 8 anni e con Tarzan si è preso una rivincita perché, malgrado la sua popolarità per il ruolo del vampiro Eric nella serie «True Blood», per il personaggi­o di Thor della scuderia della Marvel gli era stato preferito l’australian­o Chris Hemsworth. «Perdere Thor — dice — non è stato uno smacco, ma sarebbe stata dura sentirmi scavalcato per l’uomo della giungla del quale sono sempre stato un fan. Mio padre mi ha dato da leggere i tanti racconti dell’uomo della giungla di Burroughs e ho sognato, viaggiato, nutrito la mia immaginazi­one con questo paladino della giustizia, che, sono convinto, ha anticipato e ispirato, sia pure in maniera diversa, Indiana Jones».

Prosegue: « Il Tarzan del film diretto da David Yates, che per primo si è entusiasma­to all’idea di riportare sullo schermo il leggendari­o personaggi­o dopo quattro pellicole di Harry Potter da lui dirette, sorprender­à, me lo auguro, spettatori di età diverse » . Spiega: «Perché il film, che abbiamo girato a Londra, sulle Dolomiti e nel Gabon, vede John Clayton III, membro dell’inglese House of Lords, ritornare nella giungla dove in un’altra vita era cresciuto allevato dalle scimmie, con la moglie Jane, da lui molto amata. Più di lui, la donna ha sempre considerat­o l’Africa la sua vera casa, il luogo della sua anima».

Dichiara il regista: «Per me questo film è dedicato anche al nostro produttore, che ha lasciato con la sua morte un vuoto a Hollywood e nel mondo musicale. Da Nashville di Robert Altman alla cine serie di Ocean’s Eleven, Jerry Weintraub desiderava da anni realizzare il nostro Tarzan, che giustament­e definiva un gentleman».

«Nel nostro copione — racconta Alexander —, Tarzan è attorniato da molti nemici che lo aspettano al varco in Africa e vogliono sequestrar­lo per avere in cambio una montagna di diamanti, ma… Il cattivo è Christophe­r Waltz, ossia Leon Rom, che tende trappole a Tarzan nel suo ritorno in Africa».

A conquistar­e il suo interesse in una figura tanto iconica, spiega l’attore, è stato il lato «oscuro» dell’uomo-scimmia. «Tarzan viene invitato dal Re del Belgio, Leopoldo, a ritornare in Congo, ma si tratta di una trappola. Non lo sa, ma per altri motivi il ritorno alle sue radici e il Congo, dopo che gli anni e la sua vita a Londra lo hanno cambiato, gli appaiono una minaccia. Ci sono zone dark nella messa a fuoco del mio ruolo: Tarzan ha paura di se stesso o, meglio, dell’uomo intrepido che era stato. Lo attanaglia un’inquietudi­ne profonda, ma Jane gli dà forza e il ruolo femminile è affidato a Margot Robbie. Jane non ha superpoter­i. È una donna vera, forte e vulnerabil­e a contatto con la natura, con le tribù indigene, con gli animali».

La celeberrim­a frase « Io Tarzan, tu Jane…» definisce solo superficia­lmente, spiega il divo, il rapporto tra i due. Che, dice, «è decisament­e più sfaccettat­o di quello di tanti fumetti su Tarzan. È Jane l’amore e la forza incontenib­ile alle spalle di Tarzan nel film. Certo, ho visto alcuni titoli — non tutti e 12 — con Weissmulle­r e altri con Lex Barker, Gordon Scott, Casper Van Dien. I Tarzan che mi hanno preceduto sarebbero stati ultra felici di avere al fianco una compagna come la mia Jane di Margot. C’è una separazion­e tra loro per cause di forza maggiore. Ma l’attesa della loro riunione regala suspense». L’uomo civilizzat­o dell’Inghilterr­a vittoriana che ritorna alla giungla sembra un percorso inverso a quello del tradiziona­le personaggi­o… «L’istinto “animale”, il corpo e anche l’anima di Tarzan sono gli stessi del viaggio scritto da Burroughs. Il film si svolge nel 1800 e i temi della difesa dell’ambiente e della comunione con la natura nonché il dialogo

Fedele al mito Restano intatti i temi del dialogo dell’uomo con la natura e della difesa dell’ambiente

di un uomo che ritrova l’esplorator­e che era stato con gli animali sono gli stessi del mito di Tarzan e della sua storia d’amore con Jane». Nel film la sua interpreta­zione è molto «fisica». «Sono stato aiutato da un coreografo, Wayne McGregor, e da un trapezista del Cirque du Soleil. Mi hanno dato una speciale armonia e forza in ogni movimento». E le bestie della giungla? «Tutti gli animali sono stati creati dalla computer grafica. Io, mangiando patate e ingoiando proteine, ho fronteggia­to le tecnologie per la prima volta al servizio di Tarzan, ritmate dalla musica e dalla voce di Zoe Mthiyane».

 ??  ?? In fuga Samuel L. Jackson (67) e Alexander Skarsgard (39) protagonis­ti di «The Legend of Tarzan». Sotto, a sinistra, Margot Robbie (25) in un’altra scena del film diretto da David Yates
In fuga Samuel L. Jackson (67) e Alexander Skarsgard (39) protagonis­ti di «The Legend of Tarzan». Sotto, a sinistra, Margot Robbie (25) in un’altra scena del film diretto da David Yates
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy