Corriere della Sera

Buffon e il «cucciolo» Morata «Alvaro è il pericolo numero uno»

L’emozione del centravant­i: «Quanto affetto alla Juve, mi hanno aiutato in tutto»

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Paolo Tomaselli

A vederlo così, coi capelli rasati e l’aria da bambinone spaurito, Alvaro Morata sembra tutto tranne il centravant­i della grande Spagna. Soffre la pressione? Ha saputo che non gioca e si torna al «falso 9»? È intimorito dal confronto coi suoi ex compagni juventini? Tutte domande legittime. Ma la risposta la trova Gigi Buffon, che ad aprile sentenziò: «Alvaro ha tutto per fare la differenza, quando non presenta anomalie psicologic­he…». «Sì è vero — dice il capitano azzurro prima della sfida con la Spagna —. Lo dissi con il sorriso, perché Alvaro è ancora un ragazzo e non ha nemmeno lui la consapevol­ezza di quanto sia forte. E soprattutt­o ha una dote che solo i grandi calciatori possiedono: nelle grandi partite fa gol. E lo sta confermand­o in questo Europeo. La Spagna non è solo Morata, però lui è il terminale offensivo e per quello che sta facendo è il pericolo numero uno».

Alvaro come sempre sboccia con la bella stagione. L’inverno è stato difficile dal punto di vista profession­ale e anche sentimenta­le (ora ha una fidanzata italiana), e la persona che lo ha aiutato di più è Ex compagni Gigi Buffon e Alvaro Morata, insieme alla Juve per 2 stagioni, scherzano durante l’amichevole tra Italia e Spagna del 24 marzo (Getty Images) anni e per questo di avere la febbre nei giorni successivi (è accaduto dopo la sfida col Belgio), anche Morata sembra avere la temperatur­a a livelli di guardia: in campo sarà un bomber spietato, ma quando parla dei suoi amici juventini, Alvarito ha gli occhi rossi: «La verità è che mi hanno aiutato in tutto, in campo e fuori dal campo. E con l’affetto che mi hanno dimostrato in questi giorni mi hanno emozionato. Li ringrazier­ò sempre per quello che hanno fatto. Adesso per me è un esame di maturità, in una delle partite più importanti della mia carriera. Sarà dura giocare contro Buffon e la difesa azzurra. L’Italia è una squadra tatticamen­te quasi perfetta ma anch’io nel vostro campionato sono migliorato molto, anche sotto questo aspetto. Prima (con Ancelotti in panchina, ndr) non avevo molte idee di gioco. In serie A un attaccante migliora per forza, perché i difensori ti mettono a dura prova. Ma se la Spagna fa la Spagna può mettere in difficoltà chiunque».

L’ultima volta, nella finale dell’Europeo a Kiev (azzurri k.o. 4-0), fu l’apice di una certa idea di gioco. Ma senza centravant­i: «È stata l’unica sconfitta davvero netta, anche perché arrivammo strapazzat­i — ricorda Buffon —. Ma in altre occasioni se c’è qualcuno che ha fatto soffrire la squadra più forte del mondo, quella squadra è l’Italia». I «bastardi» della difesa azzurra però adesso hanno allevato un cucciolo spagnolo. Uno di quelli che morde.

Buffon Alvaro è ancora un ragazzo, nemmeno sa quanto sia forte

«Punterei su El Shaarawy e Insigne, gente in grado di saltare l’uomo».

Morata Sarà dura contro l’Italia, ha una tattica quasi perfetta

Altre idee?

«Io avrei portato Totti: negli ultimi 20 minuti con la sua classe avrebbe potuto inventare qualcosa».

Meglio aspettare la Spagna e farsi ipnotizzar­e dal suo tiki taka o aggredirla?

«Parlo da c.t. — del resto in Italia siamo qualche milione —: non dobbiamo farci addormenta­re dal loro torello, che alla fine ti innervosis­ce. Bisogna attaccarli, ma alti, così hai spazio per recuperare. Se li aggredisci ai 25 metri e sbagli, ti bucano».

Non si può sperare nemmeno nei rigori. Noi non siamo granché.

«Scherza? I rigori? Non ho più 30 anni. Non potrei farcela. Ho subito la botta ferale con la sconfitta del Milan a Istanbul: per due giorni sono andato in spiaggia e non mi sono accorto che rivolgevo le spalle al mare».

Se va male può fare Italexit e prendere cittadinan­za a Ibiza.

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