Corriere della Sera

«Non chiamatela guerra razziale»

- Di Viviana Mazza

Dice lo scrittore Percival Everett: «Tragedia, non una guerra razziale».

Da una parte le uccisioni di giovani afroameric­ani in Minnesota e in Louisiana: «È troppo, continua ad accadere. Ho due figli maschi e non so cosa dire loro: non voglio che si muovano nel mondo con paura, ma devono muoversi con grande cautela». Dall’altra la strage di poliziotti a Dallas, «cinque uomini che hanno perso la vita», una cosa «inaccettab­ile quanto il linciaggio dei neri» ma legata al problema della «facilità dell’accesso alle armi e alla vergognosa incapacità del Congresso di legiferare per cambiare le cose».

Lo scrittore Percival Everett, intellettu­ale afroameric­ano, docente di scrittura creativa alla University of Southern California analizza così la violenza di questi giorni in America, ma non ha fiducia nella volontà dei media americani di spiegare ciò che sta accadendo.

Quale messaggio arriva dai media?

«I nostri media sono sensaziona­listici, vogliono vendere le notizie, e la mia paura è che vendano questa come una guerra razziale in modo irresponsa­bile, anziché spiegare che le azioni di Dallas sono opera di un individuo o di un paio di individui. E lo scenario più estremo e terrifican­te è che servono solo pochi pazzi che credano che questa sia una guerra razziale per farla diventare in qualche modo tale, specialmen­te in un ambiente saturo d’odio e di discorsi di Donald Trump».

Il killer ha detto di aver agito in risposta alle uccisioni di giovani neri. Può diventare un modello per altri?

«Posso credere che questo individuo sia arrabbiato, ma non ci rappresent­a. Anche io sono arrabbiato, quante volte puoi sentire la notizia che qualcuno come te è stato ammazzato dalle persone che dovrebbero proteggerc­i tutti? Ma il problema rivelato da Dallas è la facilità con cui le persone hanno accesso alle armi. È imbarazzan­te che nel XXI secolo il nostro Paese non riesca ad affrontarl­o. Mentre la questione dei giovani neri uccisi dalla polizia è il risultato di un sistema che consente a persone bigotte che hanno paura dei neri di diventare poliziotti».

Quali sono le conseguenz­e immediate per il movimento Black Lives Matter?

«Dallas rischia anche di allontanar­e l’attenzione dal problema dell’uccisione di giovani per mano della polizia in tutto il Paese. È un atto isolato di qualcuno

La tensione Da una parte c’è un gesto isolato dall’altra 505 giovani uccisi da agenti in un anno, entrambe sono inaccettab­ili Ora tutti saranno tesi e spaventati

che era fuori controllo, non una cosa sistematic­a. In totale 505 giovani, la stragrande maggioranz­a afroameric­ani, sono stati assassinat­i dalla polizia quest’anno. Mentre non chiamerei gli attacchi di Dallas e di New York (nel 2014) rappresent­ativi di una tendenza sistematic­a alla violenza contro la polizia».

C’è il rischio che si delegittim­i la protesta pacifica degli afroameric­ani?

«La protesta pacifica è una delle cose buone del nostro Paese, senza questo diritto siamo schiavi della società. Ora tutti saranno tesi e spaventati. Si ha paura degli agenti in ogni caso, ma sapendoli nervosi, sarà ancora più pericoloso».

Cosa pensa del discorso del capo della polizia di Dallas, David Brown, afroameric­ano?

«Ha perso cinque colleghi con cui lavorava da anni. È doppiament­e triste perché, da quello che sento, il suo dipartimen­to di polizia era progressis­ta e cercava di evitare i problemi presenti in altri dipartimen­ti. Il killer ha rubato delle vite e ha creato un’atmosfera in cui altre ancora potrebbero essere rubate».

 ?? (foto Afp) ?? Unite Due ragazze si tengono per mano durante una veglia di preghiera a Dallas dopo l’uccisione dei 5 agenti. L’agguato è avvenuto nel corso di una manifestaz­ione pacifica di protesta per l’omicidio di due ragazzi neri disarmati da parte di alcuni agenti
(foto Afp) Unite Due ragazze si tengono per mano durante una veglia di preghiera a Dallas dopo l’uccisione dei 5 agenti. L’agguato è avvenuto nel corso di una manifestaz­ione pacifica di protesta per l’omicidio di due ragazzi neri disarmati da parte di alcuni agenti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy