Banche, sì di Padoan e Visco agli aiuti pubblici
«Intervento di natura precauzionale». Patuelli: bail in incostituzionale. Il Fmi: sofferenze in Europa a quota 900 miliardi, cruciale ridurle, la Ue sia flessibile. Forse rimbalzo di Piazza Affari (+4,08%)
L’intervento Il ministro: il dialogo con la Ue è continuo ed esplora tutte le modalità
«La Ue sia flessibile sugli aiuti di Stato alle banche». Nel giorno in cui il governo conferma il confronto con la Ue «su tutte le modalità di un intervento pubblico» per sostenere le banche appesantite dalle sofferenze, e la Banca d’Italia sollecita misure per prevenire una crisi di fiducia nel sistema, «non escluso» un intervento pubblico, dal Fondo monetario internazionale arriva un assist prezioso per la linea sostenuta dall’Italia. «In casi sistemici in cui l’intervento dello Stato sia necessario, le regole Ue sugli aiuti di Stato dovrebbero essere applicate in modo flessibile, come permesso» dice il Fmi, favorendo un rimbalzo della Borsa milanese (+4%) trascinato dai titoli bancari.
Il premier Matteo Renzi minimizza, sottolineando che «i problemi di qualche banca sono agevolmente risolvibili», ma la debolezza del Monte dei Paschi preoccupa. Per il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, «richiede interventi decisi», e «possibili misure di sostegno». «A fronte del rischio che, in un contesto di elevata incertezza, problemi circoscritti intacchino la fiducia nei confronti del sistema bancario, un intervento pubblico non può essere escluso» sottolinea Visco all’assemblea dell’Assobancaria, criticando i troppi vincoli sugli interventi a difesa della stabilità.
«Il dialogo con la Ue è continuo ed esplora tutte le modalità di intervento pubblico. Il governo lavora per mettere in campo gli strumenti adeguati con i quali, se necessario, gestire le criticità» spiega il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il governo ha messo sul tavolo una garanzia sulla liquidità, un’assicurazione sui titoli che le banche possono portare alla Bce per ottenere denaro, e 0ra si discutono le condizioni per una garanzia su eventuali aumenti di capitale.
«La normativa europea prevede la possibilità di interventi pubblici di natura precauzionale anche sul fronte della capitalizzazione» dice Visco, aggiungendo che «la situazione, densa di rischi per la stabilità finanziaria, richiede la predisposizione di un backstop pubblico (un paracadute, ndr.) da attivare in caso di necessità nel rispetto delle regole Ue».
Nella nuova, incompleta, Unione bancaria c’è molta enfasi sul contenimento dei rischi, con norme sempre più rigide, col rischio che l’attività di vigilanza «diventi essa stessa fonte di tensioni» dice Visco, critico anche con la tempistica degli stress test dell’Eba, il regolatore delle banche, di cui ha fatto le spese questi giorni il Monte Paschi. Bisogna escludere la possibilità che questi «esercizi ipotetici» determinino «effetti prociclici» dice il Governatore, ricordando come la risposta della Bank of England ai nuovi rischi sia stata la riduzione dei requisiti di capitale per le banche.
Nello stesso tempo, aggiunge Visco, e Padoan concorda, il processo di condivisione dei rischi è al palo, un problema sottolineato anche dal Fmi. Per il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, rieletto ieri per un biennio, «i veti all’assicurazione comune dei depositi sono inammissibili». E sono inaccettabili inasprimenti dei requisiti patrimoniali. «Non dovrà esistere una nuova Basilea 4» dice il presidente dei banchieri, che giudicano il bail-in «incostituzionale».
La riduzione delle sofferenze, dice il Fmi, è cruciale per tutta l’Europa (pesano 900 miliardi), e per l’Italia un po’ di più. «Ma non è un'emergenza per tutto il sistema italiano» ribadisce Visco. «È un processo che richiede tempo», gli strumenti normativi e di mercato ci sono. Le banche, però, non possono ritardare «azioni correttive», da una gestione attiva dei crediti dubbi alla riduzione della rete territoriale e dei costi del personale.