«All’inizio ero scettico ora ne farò una professione» «Ho abbandonato la scuola Lo judo mi ha dato sicurezza» «Tra i tanti lavoretti capitati è il più richiesto dalle famiglie» «In attesa di un posto vero ho dato tante ripetizioni»
Alessandro Tatti,29 anni, fa il volontario alla Croce Amica di Basiglio. «Un mio parente, che fa il soccorritore, sapeva che ero a casa con le mani in mano e mi ha proposto un corso. All’inizio ero scettico ma l’ambiente mi ha convinto. Oggi faccio il volontario quasi a tempo pieno e sto imparando tanto, dalla gestione delle emergenze a mantenere la calma in situazioni difficili». Con il tempo «mi piacerebbe diventare caposervizio ed entrare nel personale dipendente».
Matteo Rossi, 19 anni, milanese, ha lasciato gli studi dopo due bocciature. Ha conosciuto ActionAid grazie a sua madre, che sapeva del progetto. All’inizio non riusciva a frequentare con costanza lezioni e allenamenti. Ora non manca mai. «Avevo fatto boxe per due anni e pensavo che il judo non mi piacesse per niente. Invece mi diverte e ora sto imparando a fare i colloqui di lavoro, a presentarmi. Ne ho già fatto uno per fare il magazziniere, speriamo che mi chiamino».
Elena La Marca, 26 anni, si è diplomata all’Istituto magistrale Agnesi di Milano. «Ho fatto la babysitter durante gli studi e poi ho continuato mentre mancava il lavoro. Si guadagna abbastanza bene, dai 200 ai 1.000 euro al mese, però è un impegno a breve termine. Le mamme ormai più che al curriculum guardano alle recensioni delle altre famiglie da cui sei stata. Adesso collaboro con un asilo nido privato dove ho messo a frutto quanto imparato».
Andrea Giudici, 25 anni, è laureato in Ingegneria edile al Politecnico di Milano. È stato Neet per svariati mesi e ricorda le ripetizioni come «un modo pratico e veloce per guadagnare qualcosa in poco tempo». Arrotondava la paghetta così. «In una grande città si guadagnano anche 20 euro all’ora per le materie scientifiche e se sei bravo allarghi il giro e puoi prendere più di quanto ricevi al primo stipendio da dipendente. Il che, francamente, è frustrante».