Banche, il pressing della Bce per la stabilità
L’ipotesi di sospensione del bail-in e il nodo Antitrust. Il premier: non c’è un problema italiano
Ancora una settimana calda sul fronte banche. Domani e poi martedì, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha in agenda una riunione all’Eurogruppo e a seguire un vertice dell’Ecofin. All’ordine del giorno non è previsto un focus sulla crisi delle banche in Italia, ma certo è che una riflessione sarà inevitabile. A Bruxelles, del resto, le mosse del governo sono seguite passo dopo passo con l’obiettivo di garantire «uno spirito di cooperazione». Il tema più delicato, sebbene mai esplicitato, è quello del salvataggio del gruppo Mps. A spendersi è anche la Banca centrale europea (Bce) per convincere l’Antitrust Europeo, che un intervento che imponesse perdite a obbligazionisti e correntisti metterebbe a rischio la stabilità finanziaria. Uno scenario tale da permettere all’Italia di appellarsi all’articolo 45 della comunicazione sugli aiuti di stato alle banche, derogando così agli obblighi di fare concorrere i risparmiatori alla ricapitalizzazione dell’istituto senese.
Ieri, la sintonia evidenziata due giorni fa tra Padoan e il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che hanno rivelato una comune strategia per sterilizzare ogni genere di tensione sul sistema bancario, è stata rilanciata dal premier Matteo Renzi. «La mia posizione
Delrio Chiediamo solo gli stessi strumenti messi a disposizione negli altri Paesi
è esattamente la stessa del ministro dell’Economia e del governatore. Non ho niente da aggiungere - spiega Renzi da Varsavia - non c’è un problema italiano, ma qualche singola situazione aperta per mille motivi. Queste situazioni sono seguite da un gioco di squadra del Paese, per evitare problemi ai correntisti». Una precisazione quest’ultima per rimarcare che, in caso di salvataggio per mano pubblica di una banca, il governo italiano conta di attivare la sospensiva del bail in. L’obiettivo è, insomma, salvaguardare i titolari di obbligazioni subordinate e i depositi oltre i 100 mila euro. Renzi confida nel supporto da parte della Ue, tanto da sottolineare di avere condiviso la questione con il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker. A parlare per il governo è anche il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio che specifica: «L’Italia chiede semplicemente di poter utilizzare tutti gli strumenti che sono stati messi a disposizione anche di altri. Il governo vuole difendere i risparmiatori e vuole che i cittadini continuino a fidarsi delle banche».
Un pezzo della partita si gioca pure intorno alla possibilità di alleviare Mps di parte dei crediti deteriorati, che gravano sul bilancio. In queste ore prosegue un serrato negoziato tra il fondo Atlante e i vertici dell’istituto di Rocca Salimbeni per fissare il prezzo da assegnare ai 9,6 miliardi di euro di sofferenze targate Mps. Come in ogni trattativa chi acquista punta a ottenere il prezzo più basso, chi vende, ossia la banca presieduta da Massimo Tononi, quello più alto, cercando di avvicinare il più possibile il prezzo ai valori di libro.
A fianco del governo si schiera anche il presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, che giudica «inaccettabili» eventuali veti dell’Ue.