Corriere della Sera

Dividere i quesiti

- Di Dino Martirano

ordalia referendar­ia, il giudizio di Dio sulla riforma costituzio­nale Renzi-Boschi che rischia di trascinare il Paese in uno scontro frontale dagli esiti incerti, potrebbe essere disinnesca­ta dallo «spacchetta­mento» del quesito referendar­io. Sulla scheda, al posto di una sola domanda — che innesca l’effetto plebiscito pro o contro il governo — l’elettore troverebbe più quesiti, con la possibilit­à di esprimersi su singole parti della legge.

Lo «spacchetta­mento», nelle intenzioni dei suoi promotori, anestetizz­a la personaliz­zazione della gara referendar­ia sul premier Matteo Renzi e consente agli elettori di esprimere più risposte di merito. C’è poi la tempistica, da non trascurare: una richiesta di «spacchetta­mento» potrebbe forse determinar­e il rinvio (ai primi mesi del 2017) del referendum previsto, per ora, tra ottobre e dicembre. Uno slittament­o salutare, questo, che scongiurer­ebbe le interferen­ze con la sessione di bilancio che si conclude il 31 dicembre 2016.

Lo «spacchetta­mento» è stato lanciato in perfetta solitudine da Riccardo Magi, segretario dei radicali italiani. L’idea è stata accarezzat­a dalla minoranza del Partito democratic­o, raccolta da un gruppo di parlamenta­ri di Scelta civica e del Misto (Mucci, Galgano, Vargiu, Prodani, Catalano, Matarrese, Oliaro, Palladino, Iannuzzi, Pisicchio, Bechis, Turco, Baldassarr­e, Artini, Segoni) ma anche dal sottosegre­tario Della Vedova (Misto) e dall’ex ministro Sacconi (Ncd). Favorevoli i costituzio­nalisti Lanchester, Flick, De Siervo, Cheli, Onida.

Giovedì scorso, poi, lo «spacchetta­mento» è stato uno dei temi caldi trattati nel colloquio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi. Per chiedere di spezzettar­e il quesito referendar­io, però, ci sono appena 4 giorni utili. Il termine scade la sera di giovedì 14 luglio. «Correte a firmare», è l’invito che il radicale Magi rivolge ai parlamenta­ri di tutti i partiti.

chiedere di celebrare un referendum confermati­vo con il quesito spezzettat­o in più domande. Se entro la sera del 14 luglio un comitato popolare o un gruppo di parlamenta­ri (ma, secondo la Costituzio­ne, potrebbero muoversi anche 5 consigli regionali) chiederà lo spacchetta­mento, si apre il seguente scenario. L’ufficio elettorale centrale della Cassazione ha 30 giorni di tempo per accettare e respingere la richiesta di spacchetta­mento. Nel primo caso i tempi di celebrazio­ne del referendum, seppure depotenzia­to dall’effetto spacchetta­mento, rimangono quelli previsti, tra ottobre e dicembre 2016. Se, invece, lo spacchetta­mento sarà giudicato inammissib­ile, la faccenda si complica e si semplifica al tempo stesso.

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