Alex e i bambini I piccoli nati durante le traversate sulle navi che salvano i migranti figli del mare L’ultima è stata chiamata Manuela come l’ostetrica che l’ha aiutata
Destiné Alex, camerunense, nato il 26 maggio 2016 sulla nave Acquarius di Sos Méditerranée
Manuela, camerunense, nata lo scorso 5 luglio sulla nave Bettica della Marina Militare
Sofia, somala, nata il 26 agosto 2015 sulla nave SchleswigHolstein della Marina tedesca. Ha dato il nome all’operazione Ue anti-scafisti
Khalifa Nyka, nigeriana, nata a settembre su una motovedetta della Guardia Costiera
Mi sono sempre chiesto perché la Natura (che a quanto ci insegnano le fa tutte giuste) rende sempre incerti e ambigui quelli che pensiamo essere i nostri primi ricordi, i quali mai e poi mai, in qualunque caso, possono spingersi fino al momento in cui volenti o nolenti è toccato a noi, e siamo venuti al mondo. Forse sarebbe interessante ricordare il primo sguardo, ancora appannato di sangue e placenta. Più probabilmente questa ignoranza è il risultato di una provvida economia delle conoscenze e delle energie. E così, per quello che fino a prova contraria è l’evento più importante delle nostre esistenze siamo destinati ad affidarci a testimonianze indirette. Una cosa mi sembra sicura: il momento e le condizioni in cui veniamo al mondo esercitano su di noi un’influenza destinata a esaurirsi solo con l’ultimo respiro. Da tale punto di vista, l’astrologia è una conoscenza molto più «scientifica» di tante certezze che crediamo «scientifiche» e che vent’anni dopo si rivelano delle bufale totali. Per questo le fotografie di questi meravigliosi bimbetti arrivati nelle circostanze più ostili che si possano immaginare ci toccano così da vicino. Mettiamo che per assurdo nessuno gli raccontasse mai in che razza di inferno stavano per aprire gli occhi, a un passo dal troppo tardi. Ebbene, si tratterà sempre di uomini e di donne che hanno attraversato una prova iniziale durissima, e sono stati battezzati dall’acqua salata e dalla paura. Ricordate la cicogna? Non so se il politically correct oggi ha eliminato pure lei dalle fantasie umane, ma era un’eccellente metafora, e non solo un modo di non rivelare ai bambini i segreti del concepimento. Perché nascendo noi, in effetti, veniamo deposti da qualche parte. Ed è come se la cicogna di questi neonati, in un momento di difficoltà (nemmeno le cicogne sono perfette), non avesse trovato di meglio che deporli sull’orlo di un vulcano o sul bordo di un precipizio. A loro è toccato in sorte un luogo di transito dove a nessuno, potendo, salterebbe in mente di nascere: un luogo intermedio e rischiosissimo che sta da qualche parte nell’immensa distanza che separa la disperazione dalla salvezza. Ma a pensarci bene, questo luogo non è altro che il mondo, e l’esperienza che tutti ne facciamo. E dunque questi bambini eccezionali sono anche dei bambini normalissimi, e questa è sempre la notizia più bella. Se non siamo capaci di amarli, c’è in noi qualcosa di così marcio e storto che non saremo nemmeno mai capaci di amare noi stessi.