VOTO IL 6 NOVEMBRE? TROPPO VICINO ALLE ELEZIONI AMERICANE
Il titolo sul sito della Stampa è di quelli che fanno sobbalzare: «Referendum fissato al 6 novembre». L’articolo chiarisce che la data non è ancora certa. Ma se una firma autorevole come Ugo Magri parla di «orientamento prevalente», vuol dire che l’ipotesi va presa sul serio. Ed è un’ipotesi a dir poco preoccupante. Fissare un referendum, cui è appesa la sorte del governo e forse della legislatura, a 48 ore dalle elezioni più importanti della storia americana recente sarebbe un azzardo, a prescindere dai risultati. Figurarsi poi se i risultati comportassero sia le dimissioni del presidente del Consiglio italiano, sia una vittoria di Donald Trump. E’ uno scenario improbabile; ma non impossibile. E il combinato disposto di instabilità e incertezza avrebbe un effetto deflagrante sui mercati finanziari — in particolare il mercato dei titoli di Stato —, sul sistema bancario, e in genere sul sistema Paese. Se dopo Brexit la Borsa italiana è stata quella che ha perso di più al mondo, quale sarebbe la reazione con Palazzo Chigi vuoto e un outsider isolazionista alla Casa Bianca? Ma non è solo una questione di mercati. Ci sono ragioni di opportunità non meno importanti che riguardano la libera discussione sui media, sui social, nell’opinione pubblica, e la libera formazione del pensiero, delle opinioni, delle decisioni. La sfida tra Donald Trump e Hillary Clinton è talmente importante da coinvolgere sul piano delle emozioni e dell’attenzione anche gli italiani. Certo, si tratta di due voti molto diversi. Uno ha effetti globali, l’altro nazionali (ed europei). Ma perché sovrapporli? I risultati del referendum italiano si conosceranno il lunedì mattina, poche ore prima dell’apertura dei seggi in America: perché creare un effetto tipo «Armageddon-scontro finale»? Non si tratta di rinviare il referendum sine die: basta anticiparlo o posticiparlo di poco. Siccome con le elezioni il martedì dopo il primo lunedì di novembre gli americani sono fissati da quasi due secoli, tocca proprio a noi trovare un’altra data.