Corriere della Sera

Il precedente al cinema

- Chiara Maffiolett­i

Le altre condizioni si sono rivelate essere un appartamen­to con le sbarre alle finestre all’interno del Corviale, un ammasso di cemento, carcasse di auto bruciate e case occupate, simbolo del fallimento dell’edilizia popolare a Roma. Vedendo l’imprendito­re entrare in quell’alloggio spoglio e degradato viene automatico pensare: è tutto finto. «Non è così — spiega —. È stata un’esperienza molto impegnativ­a dal punto di vista emotivo, mi ha segnato. Davo per scontata la mia normalità e rendermi conto di come possono vivere altre persone mi ha aperto gli occhi».

Non è stato semplice: «La prima notte in cui ho dovuto dormire, solo, in quell’appartamen­to, ho avuto paura. Tanta paura. Ho saputo che sarei dovuto stare per dieci giorni al Corviale solo quando ho aperto la busta durante il programma, quelli del programma non mi avevano preparato prima. E la notte nessuno è rimasto con me, assolutame­nte nessuno. Mi sono chiuso dentro con il lucchetto e ogni rumore mi spaventava».

All’interno di quel contesto degradato, fingendosi un disoccupat­o, Saggese ha conosciuto

Fabrizio Rigolio (sopra), 41 anni, amministra un’azienda di accessori per le moto e si trasferirà a Marcianise (Caserta); Armando Saggese (a sinistra), 44, ha un’azienda di abbigliame­nto e vivrà a Roma, al Corviale

sfamarsi e ha distribuit­o vestiti e sacchi a pelo usati a chi ne aveva bisogno.

«La differenza tra me e chi ho conosciuto è solo l’occasione di potersi esprimere», racconta lui, che al termine della trasmissio­ne ha aiutato economicam­ente molte delle persone che ha incontrato e con cui, a distanza di qualche mese, è ancora in contatto. «Se mettiamo tutto sulla bilancia, non so chi ha dato di più all’altro. Da questa esperienza, quello che ne esce davvero arricchito sono io».

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