Il nuovo Canale di Panama, una grande opera italiana
Lo so, del nuovo Canale di Panama si è parlato al passaggio della prima nave, ma adesso che quest’opera è finita vogliamo ricordare al mondo che sono stati gli italiani a fare le paratie che separano due oceani e che più della metà dei tecnici che hanno studiato lo sviluppo delle tecniche necessarie all’opera sono italiani? L’opera consentirà di triplicare il carico delle merci su container, che saranno trasportate su navi fatte apposta in previsione di questo canale, spesso ampliando i porti per ospitarle. Si parla sempre, e giustamente, delle grandi disgrazie che affliggono il pianeta, ma è altrettanto giusto rallegrarci delle grandi e, perché no?, anche delle piccole conquiste che possono servire come speranza per l’umanità intera di un mondo migliore. Il Corriere del 27 giugno, nel resoconto della inaugurazione, parla di una vittoria per quella piccola nazione di 4 milioni di abitanti, che sfida la crisi del commercio mondiale e vuole fare dimenticare in fretta il recente scandalo dei «Panama Papers, ma anche i miracoli dell’ingegneria «made in Italy». È italiano, infatti, il know how e le 16 mastodontiche paratoie scorrevoli, dal peso globale di 50.000 tonnellate, che chiudono i tre livelli di chiuse da entrambi i lati dell’istmo. L’espansione del passaggio esistente, con l’aggiunta di una terza corsia che d’ora in poi permetterà anche alle gigantesche navi capaci di trasportare oltre 12 mila container a bordo, di coprire gli 81 chilometri che separano i due Oceani, era stata affidata nel 2009 al Grupo Unidos por el Canal, Consorzio formato dall’italiana Salini-Impregilo (48%), dalla spagnola Sacyr (48%) e dalla belga Juan de Nul. Le citazioni di qualche grande e anche qualche nostra piccola conquista sono un esempio per tutti i nostri giovani. E per favore, parliamo italiano!