«Mio padre, portoghese di Parigi, la vedrà dall’alto»
PARIGI Francia-Portogallo è la partita delle nazioni cugine (la formula «sorella latina» è riservato all’Italia), il match tra due Paesi europei legati dalla Storia e dall’immigrazione. Quando mercoledì il Portogallo ha battuto il Galles e si è qualificato per la finale di stasera, le vie di Parigi si sono riempite di cori e di bandiere rosso-verdi. A festeggiare non erano solo i tifosi arrivati da Lisbona ma anche i tanti francesi di origine portoghese, di prima o seconda generazione: sono circa un milione e mezzo in tutta la Francia, giunti all’inizio del Novecento e poi soprattutto a partire dagli anni Cinquanta, per sfuggire alla povertà e alla dittatura di Salazar.
Tra chi ha fatto «O Salto», il balzo oltre frontiera, c’era anche Manuel Dias, l’autista nato a Mértola, nell’Algarve, e morto a 63 anni allo Stade de France il 13 novembre 2015, la prima vittima degli attentati islamisti di quella sera. Ieri suo figlio Michael gli ha scritto una lettera: «Te ne sei andato davanti allo stadio, e questa partita non può che ravvivare il dramma che abbiamo vissuto. Il calcio era la tua passione e sono sicuro che Francia-Portogallo in finale sarebbe stata una grande serata per te. Sei nato in Portogallo ma avevi scelto la Francia come Paese d’adozione, eri la prova che l’integrazione è possibile. La migliore risposta a tutti quelli che in politica ancora oggi cercano di dividerci, di contrapporre comunità che vivono insieme da decenni».
L’allusione al Front national appare evidente. Anche se Marine Le Pen e gli altri vertici del FN
hanno messo da parte il nazionalismo per eleggere come quartier generale ufficioso del partito, a pochi metri dalla sede di Nanterre, il ristorante portoghese «Chez Tonton», tra gagliardetti del Porto FC e menu con riso al latte. «Questa partita riunirà giocatori, in entrambe le squadre, di origini francesi, portoghesi e anche africane, un messaggio di rispetto delle differenze (...). Al termine della semifinale ho subito pensato a te, papà — conclude Michael Dias —. A Saint-Denis i tuoi due Paesi si affronteranno a qualche metro da quella porta D dove hai perduto la vita. Non riesco ancora ad andare allo stadio. Mi consolo pensando che tu, almeno, avrai un posto privilegiato dal quale vedere il match».
Come dice Michael Dias, francesi e portoghesi vivono insieme da decenni, cugini europei per storia e vita quotidiana, tanto che certe volte è difficile distinguerli. La stella dei Bleus e capocannoniere degli Europei con sei gol, Antoine Griezmann, ha origini portoghesi: i suoi nonni Amaro e Carolina Lopes sono arrivati a Mâcon nel 1957, sua madre si chiama Isabelle Lopes. Il nonno Amaro Lopes era un calciatore professionista, difensore del FC Vasco da Gama. Il Portogallo invece schiera tre calciatori nati e cresciuti in Francia: Anthony Lopes (dell’Olympique Lyonnais), Raphaël Guerreiro (Borussia Dortmund) e Adrien Silva (Sporting Portugal), che hanno scelto di giocare con la Seleção. Per molti la finale Francia e Portogallo è già una vittoria.