Santos l’ingegnere c.t. un po’ per caso: «Vinciamo noi»
Esperienza Fernando Manuel Fernandes da Costa Santos, 61 anni, commissario tecnico della Nazionale portoghese dal 2014. Da allenatore ha vinto una Primeira Liga, col Porto nel 1998-99 (Getty Images) DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
L’Ingegnere non voleva nemmeno farlo, l’allenatore. Si occupava di tutto ciò che riguardava la manutenzione di un hotel di Estoril. Lì ci ha lavorato per 17 anni. Nel frattempo giocava e poi allenava. Sempre a mezzo servizio, anche se da ragazzo lo aveva preso la squadra del suo cuore, il Benfica: il padre lo obbligò a laurearsi e lui scelse Ingegneria elettrotecnica. Così Fernando Santos ha avuto una carriera irregolare, ma ha allenato le tre grandi portoghesi (Sporting, Porto e Benfica) poi Aek, Panathinaikos e Paok in Grecia, suo Paese d’adozione, dopo le imprese con la Nazionale, condotta ai quarti a Euro ’12 e agli ottavi al Mondiale ’14. E irregolare ai massimi livelli è anche l’avvicinamento alla finale di questo c.t. carismatico e religiosissimo. Fin qui Santos aveva ostentato un minimalismo realista, appreso nel cuore di Lisbona, un intrico di vie chiamato guarda caso Penha de França. Adesso l’orgoglio per la finale raggiunta si mischia alla fiducia: «Prima dell’Europeo avevo tre favorite per la vittoria: Germania, Spagna e Francia. È naturale che chi gioca in casa sia considerato un pretendente alla vittoria. Ma tra essere favoriti e vincere è un’altra storia. Io credo che vinca il Portogallo: possiamo farcela». Santos è un tipo tranquillo. Alcune cose lo fanno sbellicare dal ridere, come l’assurda foglia dorata comparsa sulla testa pelata di Ricardo Quaresma. Altre lo fanno imbestialire. Come chi considera i portoghesi degli intrusi in questa finale: «La verità è un’altra. Non siamo qui per caso: in finale ci sono due squadre che lo meritano». Quando «O Engenheiro» è arrivato, il Portogallo aveva appena perso in casa contro l’Albania nelle qualificazioni per questo Europeo. Santos ha rimpiazzato Paulo Bento e in un anno e mezzo ha chiamato in Nazionale ben 53 giocatori, dando implicitamente un messaggio: c’è spazio per tutti, ma dovete guadagnarvelo. Il risultato è un gruppo molto unito, con alcuni giocatori esplosi tardi (come il centrale Fonte) e alcuni campioncini (Sanches, Joao Mario) in rampa di lancio. E con Cristiano Ronaldo «mai così capitano» di questa squadra. Santos ha cambiato uomini ma non sostanza: il suo Portogallo prova a irretire l’avversario e a colpirlo in contropiede, con Ronaldo e Nani: «Non credo che la Francia giocherà come contro la Germania: partiranno forte e ci presseranno. A noi toccherà rispondere...». Questo sembra il copione classico. Ma sotto la maschera triste e vagamente disgustata di Santos stavolta c’è un sorriso beffardo: «Spero che anche dopo questa partita i francesi continuino a dire che il Portogallo gioca male e vince senza meritarlo: sarebbe uno spettacolo. Davvero uno spettacolo». Bandiera Classe 1968, Didier «Didì» Claude Deschamps era il capitano della Francia campione del mondo nel 1998 e d’Europa nel 2000. È alla guida dei Bleus dal 2012 (Epa)