Corriere della Sera

«Schwazer, le prove del complotto»

Il legale del marciatore: «Provetta manomessa». Il precedente

- M. bon.

Navratilov­a o dei 24 Slam di Margaret Court. Una cosa alla volta. Per ora sono felice di avere aggiustato il mio cuore infranto».

Non è il torneo, la conquista più preziosa della Williams nelle ultime due settimane. Nella mistica sacralità del Tempio Serena ha rimesso insieme i pezzi persi per strada e incontrato la vera se stessa: la campioness­a spocchiosa («Se non chiudete il tetto e cado, vi faccio causa» è sbottata in un pomeriggio umido), la pasionaria delle questioni di genere («Se penso di valere i 2 milioni di sterline del vincitore maschile? Certo che sì. Vorrei che un giorno le donne fossero rispettate per ciò che sono, non per ciò che fanno»), la popstar del tennis per cui si scomodano Michelle Obama, Donald Trump («Fiero di te!» ha twittato) e Ellen DeGeneres, icona gay e potenza assoluta della tv

Come Steffi Battuta in due set la tedesca Kerber e raggiunta Steffi Graf nei titoli Slam vinti

simbolo dell’antidoping. Anche a causa di quel caso il laboratori­o di Roma venne chiuso. L’alterazion­e va dimostrata segnalando gravi anomalie al prelievo, manipolazi­one dei sigilli o alterazion­i dei referti: nulla è stato fatto con Schwazer. In situazioni controvers­e è ammesso il test del Dna (caso Pantani) che però ha tempi lunghi. Fonti dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) parlano però di preoccupaz­ione per quanto emerso dalle 96 pagine del «protocollo Schwazer». La difesa l’ha reso pubblico, spiazzando la Wada ed evidenzian­do i limiti della procedura. L’indicazion­e puntuale della località dove vive l’atleta nei moduli di controllo, se costui abita in un borgo di poche anime, è una possibile limitazion­e dell’anonimato che in laboratori­o è regola invalicabi­le. I buchi nella tracciabil­ità della provetta, il suo lungo parcheggio a Colonia, l’assenza di uno screening iniziale delle urine e la tardiva notifica della positività testimonia­no una trasparenz­a traballant­e. La Wada probabilme­nte sarà costretta a regolament­are questi aspetti. Schwazer dovrà farli valere in un tribunale sportivo. Impresa ardua.

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