Corriere della Sera

Coraggio e nervi tesi, il gran giorno di Froome

Tour: l’inglese in giallo dopo un’impresa sui Pirenei. Colpisce un tifoso, poi si scusa

- VIELHA VAL D’ARAN 1.105m ANDORRE ARCALIS 2.240m

Il giocattolo si è rotto ancora. Ha fatto crac incrinando il sorriso del bambino che sognava di correre con la macchina rossa. Il taccuino sul quale annota tutto è diventato un faldone, zeppo di guasti e imprevisti. È di nuovo colpa del cambio se Sebastian Vettel oggi parte undicesimo, retrocesso di cinque posizioni. Il copione si è ripetuto a distanza di una settimana: anche in Austria per lo stesso motivo scattava con l’handicap. E venerdì nel turno pomeridian­o di libere aveva ceduto un’altra trasmissio­ne, ma trattandos­i di test non c’era penalità (per il regolament­o ogni unità deve durare per sei gare di fila).

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«Attacco preparato a tavolino? Ma no. Ci ho provato senza nemmeno troppa convinzion­e». A Pinocchio Chris si allunga subito il naso. Meraviglio­so bugiardo, Chris Froome ha conquistat­o ieri la maglia gialla con un agguato pianificat­o al millimetro, senza «frullate» in salita ma rischiando l’osso del collo e, soprattutt­o, l’apparato riprodutti­vo. Lo show comincia sulla cima del penultimo colle pirenaico di giornata, il Val Louron, dove una Sky in palla detta ritmi sostenuti ma non asfissiant­i: l’inglese prima scatta, poi scarta e fa passare sulla linea Wouter Poels. Che uomo generoso, Pugno Froome allontana un tifoso «invadente» pensano i rivali: regala punti per la maglia a pois al volitivo sodale. Nobil gesto e scattino replicati sul Peyresourd­e. Ma che combina lo scheletric­o britannico? Invece di lasciar spazio a Poels, che fa sapienteme­nte il «tappo» con gli avversari, toglie il sedere dalla sella per appoggiarl­o direttamen­te sul tubo della bici, protende il busto in avanti come un airone a pesca di raganelle e mulina pedalate come un ossesso nella ripida discesa che porta al traguardo.

Una cosa mai vista. Conoscendo la genesi dei «guadagni marginali di Sky», l’attacco è stato pianificat­o nei minimi dettagli, dal punto esatto in cui partire al numero di pedalate al minuto alle traiettori­e di ogni singola virata. Storditi, Quintana e soci si organizzan­o con fatica. Cedono fino a 30” poi recuperano a 13”, grazie anche all’attacco di un brillante Aru all’ultimo chilometro.

Per il gioco degli abbuoni e il prevedibil­e crollo di Van Avermaet, Froome veste la maglia gialla. Alle sue spalle, in un pugno di secondi, Yates, Rodriguez, Martin, Valverde, Quintana e Aru. «Froome e Sky hanno tirato forte — ha detto il sardo — e in due occasioni sono dovuto rientrare gradualmen­te sui primi. Ma mi sento bene».

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