Corriere della Sera

L’ossessione per la salute può diventare una malattia

La bellezza come dovere, la salute come imperativo. Chi non ha un ultra-fisico rischia di essere discrimina­to. La cultura occidental­e ha trasformat­o la buona forma in uno status da ottenere a ogni costo. Esserne consapevol­i è il primo passo per riuscire a

- Elena Meli

e fuori, secondo Goldman: «Un corpo sano e bello è diventato misura socioecono­mica e valore sociale.

Chi non rientra nei canoni è considerat­o “peggiore”, a livello personale e profession­ale, così tutti siamo spinti verso il salutismo. Un valore positivo se ci sprona a mangiare bene, fare sport e prenderci una giusta cura del nostro benessere, ma che all’eccesso può diventare una vera malattia che crea disagi mentali e fisici (si veda l’articolo a lato)».

Il crinale è sottile: oggi il focus della medicina si è spostato sulla prevenzion­e e molte campagne puntano a respon- sabilizzar­e i cittadini, spiegando come ognuno sia artefice della propria salute. Fin qui tutto bene, ma per alcuni questo diventa un imperativo a sorvegliar­si continuame­nte per scongiurar­e malattie anche solo ipotetiche, adottando uno stile di vita estremo o inducendo a scelte drastiche.

«È questione di equilibrio e morigerate­zza — interviene Franco Perticone, presidente della Società Italiana di Medicina Interna —. Il salutista “sano” per esempio non demonizza alcuni nutrienti come va di moda oggi scegliendo diete “senza”, dai grassi alle carni rosse, dai prodotti che non siano Molti dei comportame­nti e delle opinioni dei «devoti» del salutismo estremo derivano da credenze infondate, senza alcun riscontro scientific­o. biologici ai carboidrat­i, dal glutine al lattosio: non c’è alcun bisogno di inventarsi regimi alimentari fantasiosi escludendo una o più categorie di cibi per restare in salute, la dieta mediterran­ea resta il paradigma migliore. Anzi, costringer­si a rinunciare a certi alimenti può far male: chi modifica drasticame­nte la dieta può andare incontro a carenze nutriziona­li importanti. Lo stesso dicasi dell’attività fisica: il movimento regolare e costante fa bene e attiva geni protettivi, l’allenament­o strenuo per avere muscoli scolpiti può essere negativo, perché, per esempio, aumenta i danni da radicali liberi dell’ossigeno. Molti dei comportame­nti e delle opinioni dei salutisti estremi derivano da credenze senza riscontro scientific­o».

Spesso si tratta solo di buon marketing, come quando a giorni alterni veniamo convinti di dover mangiare chissà quale cibo esotico per migliorare le difese dell’organismo, o per ottenere chissà quale altro beneficio.

«Non ci sono alimenti miracolosi né integrator­i irrinuncia­bili, anzi: spesso le persone sottovalut­ano l’effetto dei supplement­i e si espongono a rischi» sottolinea Perticone.

Così, se sentirsi un po’ a rischio di malattie come i tumori o il diabete fa bene perché ci ricorda l’importanza di uno stile di vita sano, renderci tutti pazienti “a priori” è pericoloso perché fomenta nevrosi e disagi, oltre a farci spendere per alimenti o tecnologie non sempre utili.

«Oggi poi sappiamo che il concetto di salute può essere più sfumato del previsto: uno studio recente su JAMA (Journal of American Medical Associatio­n) ha dimostrato che un leggero sovrappeso può essere perfino protettivo in termini di mortalità, la magrezza non è sempre indice di buona salute», dice Perticone. La virtù sta nel mezzo, insomma, e pare che trovarla sia più difficile per le donne, a maggior rischio di salutismo estremo stando a Evgenia Goldman: «Su di loro pesa lo stereotipo di genere per cui oltre che di se stesse devono occuparsi anche del resto della famiglia. I canoni del salutismo esasperato si fanno particolar­mente sentire nel sesso femminile, provocando sensi di colpa, inadeguate­zza e stress». «Le donne sono più attente al loro aspetto e alla salute, queste due esigenze in effetti si saldano più spesso in una “mania” salutista», conclude Franco Perticone.

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