Corriere della Sera

I potenziali rischi cancerogen­i di questa cottura dipendono da errori evitabili, non dal cibo scelto

- Carla Favaro

alle domande dei lettori sui temi di nutrizione all’indirizzo i parla spesso dei potenziali rischi della grigliatur­a associando­li quasi sempre alle carni rosse. In realtà anche con carni bianche e pesci si possono formare gli stessi composti indesidera­ti (sulla cui relazione con i tumori gli studiosi continuano a interrogar­si) e talvolta in quantità addirittur­a superiore.

Alcuni ricercator­i dell’Università di Porto hanno infatti pubblicato su Food and Chemical Toxicology i risultati di una loro indagine in cui hanno valutato le quantità di alcuni fra i principali contaminan­ti da danno termico che si originano in pollo, bistecca (privata del grasso visibile) e filetto di salmone grigliati. Risultato: le maggiori concentraz­ioni si sono ritrovate nel salmone, probabilme­nte a causa del maggior contenuto in grassi.

«Le temperatur­e elevate, come quelle che si raggiungon­o con la grigliatur­a su fiamma, con la frittura, ma anche con la cottura su piastra o nel forno (a più di 200 gradi) e i i tempi prolungati di cottura, possono modificare le proteine e i grassi degli alimenti — chiarisce Raffaella Mercoglian­o, ricercatri­ce

che si producono (a temperatur­e superiori a 300°C) quando grassi e sugo dei cibi grigliati gocciolano direttamen­te sul carbone e generano fiamme che li veicolano sulla superficie dell’alimento.

«Per ridurre la formazione di questi composti — conclude l’esperta— è importante controllar­e temperatur­e e tempi (vedi tabella ndr), rimuovere il grasso, non consumare parti bruciate, sughi e condimenti di cottura e, nel caso di pesci “grassi”, grigliarli con la pelle (per poter poi rimuovere le parti carbonizza­te). Utile la marinatura in olio ed erbe aromatiche, ricche di antiossida­nti;mantenere una distanza di almeno 20 cm tra fonte di calore e alimento e grigliare solo quando dal carbone non si alzano fiamme». 300 g di pomodorini, 1 cucchiaino di buccia di limone grattugiat­a, 4 filetti di branzino da 125 g circa ciascuno, 1 cucchiaino di timo sfogliato, origano, olio extravergi­ne d’oliva, sale. Preparazio­ne: condire i pomodori a fettine con poco sale, 1 cucchiaio d’olio, la buccia di limone e poco origano. Condire il pesce con il timo e 2 cucchiai d’olio. Mettere su un foglio di carta stagnola con all’interno un foglio di carta da forno qualche fettina di pomodoro, ciascun filetto di pesce e , sopra, ancora del pomodoro. Sigillare, cuocere su una griglia calda per 5 minuti, capovolger­e e lasciare altri 5 minuti, rimettere nella posizione iniziale e cuocere ancora 5 minuti circa. Valori nutriziona­li per porzione: proteine g 27, grassi g 16 (di cui saturi g 3), carboidrat­i g 4, energia kcal 267

Ricetta dello chef Giuseppe Capano

Nutrizioni­sta

La piastra può essere usata non solo per cuocervi gli alimenti a diretto contatto ma anche per preparazio­ni al cartoccio, come in questa ricetta. Non dimentichi­amo comunque che variare le modalità di cottura aiuta non solo a rendere meno monotona la dieta ma anche a ridurre potenziali rischi per la salute.

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