«Lo Stato in Montepaschi sarebbe l’extrema ratio»
Baretta: non solo Cdp, ognuno faccia la sua parte sulle sofferenze
«Sì è chiaro che alla riunione Ecofin il tema della crisi delle banche sarà presente, del resto riguarda non solo l’Italia, ma anche altri Paesi, Germania compresa», dice il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta.
Il ministro Pier Carlo Padoan sembra però aver fretta di chiudere l’accordo con Bruxelles che autorizzi l’intervento pubblico nel Monte dei Paschi di Siena. Avverrà prima del 29 luglio, quando l’Eba, l’autorità europea, renderà noti i risultati degli stress test su 53 banche dell’Ue, Mps compreso?
«Il governo considera l’intervento pubblico come l’ultimo passo, eventualmente da attivare dopo che il mercato abbia messo in campo la necessaria risposta alla prima urgenza, che riguarda la cessione di quote significative di crediti deteriorati. Inoltre, l’intervento pubblico dovrebbe comunque avvenire d’intesa con la commissione europea».
Intesa che ancora non c’è.
«Con la commissione stiamo esaminando la situazione. Mi rendo conto che parlare di intervento pubblico in Mps solo se necessario possa apparire come un esercizio teorico, ma non dimentichiamo che, al momento, noi siamo solo di fronte a una richiesta della Banca centrale europea al Monte di alleggerire più rapidamente le sue “sofferenze”. Tutti sono al lavoro su questo, per creare un mercato dei crediti deteriorati».
Beppe Grillo dice che se salta Mps, si scatenerà una nuova crisi globale.
«Diffondere il panico è proprio ciò che non serve. Mps è una banca ben patrimonializzata, ma con troppi crediti deteriorati. Ridurli è interesse di tutto il sistema, non solo di Mps, per questo siamo convinti che il mercato si attiverà. Il governo ha già messo in campo strumenti come il pegno non possessorio e il patto marciano che accorciano i tempi di recupero dei crediti».
Però Atlante bis, il fondo per comprare le sofferenze dalle banche, non decolla. Casse previdenziali, fondi pensione e altri soggetti che dovrebbero affiancare le banche e la Cassa depositi e prestiti non sembrano disponibili a investire risorse in questa partita.
«La cautela è comprensibile. Ma spero che i soggetti privati capiscano che non può essere solo la parte pubblica, cioè Cassa depositi e prestiti, a farsi carico dell’intervento e che esso è nell’interesse, come dicevo, di tutto il sistema. Conviene quindi che ognuno faccia la sua parte. La spinta del governo su questo c’è e continuerà e sono convinto che le resistenze verranno superate».
Con Bruxelles non c’è accordo sull’eventuale salvataggio pubblico di Mps in sospensione del bail-in. Il governo vorrebbe tutelare tutti gli obbligazionisti subordinati. La commissione non è disposta a proteggere quelli istituzionali (fondi, banche, eccetera). Come se ne esce?
«Senza entrare nel merito del caso Mps e del confronto con l’Ue, dalla quale pure giungono segnali contraddittori, è chiaro che il governo punta a salvaguardare la banca e i suoi risparmiatori. Fare una distinzione tra risparmiatori di serie A e di serie B mi sembrerebbe complicato, perché, nel caso si rendesse necessario un intervento pubblico, su tutto prevarrebbe la necessità si salvare la terza banca italiana».
Il governo vuole il salvataggio in sospensione di bail-in (che le regole Ue permettono solo se è a rischio la stabilità finanziaria) ma allo stesso tempo dice che la situazione non è poi così grave: una contraddizione.
«No. Il governo non sottovaluta la situazione, ma dice che si può evitare che diventi una crisi di sistema. C’è un problema di sofferenze, così come in altri Paesi c’è la questione dei derivati. Ci vogliono interventi coordinati con l’Ue. Il tutto appunto per evitare di cadere in quel rischio di instabilità finanziaria che comunque è previsto dalle regole».
Lei ha seguito da vicino la riforma delle popolari e delle banche di credito cooperativo. A che punto siamo?
«Sulle popolari, dobbiamo accelerare sulla trasformazione degli istituti in società per azioni. Sulle Bcc, dopo l’importantissima scelta di creare una holding, bisogna procedere con aggregazioni di secondo livello che riducano la frammentazione del sistema».