Corriere della Sera

La prima di Boccia e Camusso

- Di Dario Di Vico

Era la prima volta che Vincenzo Boccia e Susanna Camusso si ritrovavan­o a discutere in pubblico in un faccia a faccia e il risultato è stato positivo. Sia la Confindust­ria sia la Cgil hanno interesse a chiudere una stagione sfavorevol­e ai corpi intermedi e per rifare i conti con la politica da una posizione di maggior forza hanno bisogno di istruire la pratica del dialogo. E ieri a Serravalle Pistoiese è stato questo il copione andato in onda tanto che Boccia ha ricevuto più di qualche applauso e ha invitato Camusso a una prossima assemblea di imprendito­ri. La diplomazia non ha però oscurato la sincerità e così sono emersi almeno due temi che dividono Confindust­ria e Cgil. Il primo è il rinnovo del contratto dei metalmecca­nici. Camusso lo vede come uno strumento di riequilibr­io dei redditi centrato quindi su aumenti salariali che rimedino alle differenze tra aziende che fanno la contrattaz­ione integrativ­a e aziende che non. Boccia sostiene invece che prima va creata la ricchezza (leggi produttivi­tà) e poi la si può redistribu­ire. Il secondo punto di divergenza è il referendum istituzion­ale. Camusso pur sostenendo che la Cgil si schiererà solo alla fine di un ampio dibattito interno ha rivolto una serie di critiche così feroci al Sì che è facile pensare per cosa propenda. In più ha attaccato la Confindust­ria per le previsioni pessimisti­che sul drastico calo del Pil in caso di vittoria del No, definendo quelle stime «brutte e indecenti». Boccia ha replicato ribadendo la scelta della sua organizzaz­ione per il Sì sia nel merito della riforma sia in nome del valore della stabilità politica/economica. Si è detto però perplesso sull’ipotesi di spacchetta­re i quesiti («speriamo che non sia un mostro»).

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