La prima di Boccia e Camusso
Era la prima volta che Vincenzo Boccia e Susanna Camusso si ritrovavano a discutere in pubblico in un faccia a faccia e il risultato è stato positivo. Sia la Confindustria sia la Cgil hanno interesse a chiudere una stagione sfavorevole ai corpi intermedi e per rifare i conti con la politica da una posizione di maggior forza hanno bisogno di istruire la pratica del dialogo. E ieri a Serravalle Pistoiese è stato questo il copione andato in onda tanto che Boccia ha ricevuto più di qualche applauso e ha invitato Camusso a una prossima assemblea di imprenditori. La diplomazia non ha però oscurato la sincerità e così sono emersi almeno due temi che dividono Confindustria e Cgil. Il primo è il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Camusso lo vede come uno strumento di riequilibrio dei redditi centrato quindi su aumenti salariali che rimedino alle differenze tra aziende che fanno la contrattazione integrativa e aziende che non. Boccia sostiene invece che prima va creata la ricchezza (leggi produttività) e poi la si può redistribuire. Il secondo punto di divergenza è il referendum istituzionale. Camusso pur sostenendo che la Cgil si schiererà solo alla fine di un ampio dibattito interno ha rivolto una serie di critiche così feroci al Sì che è facile pensare per cosa propenda. In più ha attaccato la Confindustria per le previsioni pessimistiche sul drastico calo del Pil in caso di vittoria del No, definendo quelle stime «brutte e indecenti». Boccia ha replicato ribadendo la scelta della sua organizzazione per il Sì sia nel merito della riforma sia in nome del valore della stabilità politica/economica. Si è detto però perplesso sull’ipotesi di spacchettare i quesiti («speriamo che non sia un mostro»).