Corriere della Sera

Senato, Renzi fiducioso sui numeri Il cambio di passo sul referendum

Approccio più cauto sulla consultazi­one. Legge elettorale, pressing da sinistra

- Marco Galluzzo

Si apre oggi una settimana delicata per il governo, atteso ad un primo test sulla tenuta della maggioranz­a in Senato, sul provvedime­nto che riguarda i bilanci delle Regioni e degli enti locali. Secondo Renzi e i vertici del Pd i numeri ci sono, la preoccupaz­ione dei giorni scorsi è passata, i rapporti con il Nuovo centrodest­ra di Alfano tengono nonostante le fibrillazi­oni. Ma ovviamente sarà solo il dato di Palazzo Madama a fugare realmente i dubbi che sono circolati.

Non è passato inosservat­o una sorta di cambio di passo nella comunicazi­one del presidente del Consiglio, che nel corso del vertice Nato a Varsavia, fra venerdì e sabato scorso, ha declinato i tratti di una maggiore distanza, politica e umana, dal referendum istituzion­ale di ottobre. Una sorta di approccio nuovo al tema.

Un tocco di fatalismo è arrivato dall’ammissione che potrebbero esserci «sorprese», come nel caso della Brexit, ma anche in un altro concetto condiviso con i cronisti che lo hanno seguito in Polonia: «Adesso questa partita non dipende tanto da me, non è che posso fare molto, posso solo dire agli italiani di decidere».

Una prospettiv­a diversa rispetto alle parole degli ultimi mesi, che si è intrecciat­a anche ad un filo di autocritic­a. Renzi stesso ha raccontato che il premier albanese era confuso pur leggendo tre quotidiani italiani al giorno, e ha formulato quella che è parsa un’ammissione: «Forse anche io ho qualche responsabi­lità».

Una confusione generata anche dal continuo sovrappors­i del tema del referendum a quello della legge elettorale. La minoranza dem, in testa Pier Luigi Bersani, è convinta che Renzi non possa cavarsela rinviando il tema delle modifiche all’Italicum all’autonomia delle Camere: «Dovrebbe prendere lui un’iniziativa», dice l’ex segretario; ma per il premier la strategia è opposta. Non sovrapporr­e più i due temi, tanto che ha annunciato una sorta di silenzio stampa sull’Italicum, almeno sino al referendum.

Ieri Renzi trascorrev­a una giornata di relax in Versilia, fra spiaggia e partita di calcio con i familiari, immagini restituite dai cronisti locali che fanno il paio con almeno un altro concetto nuovo della comunicazi­one del premier, anche questo espresso a Varsavia: «L’impegno sul referendum l’ho messo, ho portato il Parlamento a votarlo, ora tocca gli italiani».

L’obiettivo è portare almeno il 60% dei cittadini a votare, la macchina del Pd si è messa in moto: ai primi di settembre dovrebbero essere attivi 10 mila comitati elettorali, un enorme sforzo di mobilitazi­one.

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