Corriere della Sera

Gli editori: Salone del libro a Milano. Ma Franceschi­ni è per Torino

Polemica sulla rassegna. Milella: «Sede non negoziabil­e». L’assessore ambrosiano Del Corno: «Noi pronti»

- Di Cristina Taglietti

Una bufera si è scatenata tra Torino e Milano. Tema: il Salone del libro. Venerdì, all’assemblea del Pd, Piero Fassino ha parlato di possibili «scippi» da parte di Milano, dando corpo ai rumors, circolanti da mesi, sull’ipotesi che gli editori, almeno una parte di quelli che aderiscono all’Aie, vogliano portarlo a Milano.

Ieri è intervenut­o il ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni: «Ho sentito parlare di questa idea, non nuova, di far nascere a Milano un Salone del libro che si sovrapporr­ebbe con quello di Torino — ha detto all’Ansa —: vedrò giovedì il presidente dell’Aie Motta e parlere- mo anche di questo». Franceschi­ni ha confermato l’impegno del governo nella Fondazione, attraverso Mibact e ministero dell’Istruzione: «L’intenzione, di cui ho parlato anche oggi con il ministro Stefania Giannini, è di investire sul Salone e di rafforzarl­o per quello che già è da anni, come punto di riferiment­o nazionale. Rispetto l’autonomia degli editori, ma sarebbe utile che anche l’Aie convergess­e su questa scelta». Ieri il presidente Federico Motta, che lo scorso settembre ha dato le dimissioni dal consiglio di amministra­zione della Fondazione lamentando lo scarso coinvolgim­ento nell’organizzaz­ione del Salone, non ha rilasciato dichiarazi­oni. Qualcosa di più concreto, se non addirittur­a un progetto che coinvolger­ebbe Fiera Milano, potrebbe uscire domani quando gli organi direttivi dell’Aie si riuniranno.

Uno spostament­o di sede non è un’ipotesi su cui tutti gli editori siano d’accordo. Diverse sono le posizioni anche all’interno dell’associazio­ne, con i grandi gruppi, Mondadori in testa, più favorevoli. Ed è su questo che Giovanna Milella, presidente della Fondazione, fa leva: «Fare il Salone del Libro a Milano invece che a Torino è contro la storia ed è contro il successo della manifestaz­ione. La proposta dell’Aie rischia di spaccare il mondo dell’editoria, che non ne ha proprio bisogno, e di favorire alcuni editori a scapito di altri». La presidente apre all’Aie: parlando dei nuovi assetti organizzat­ivi e societari che si stanno creando e che saranno «aperti anche a soluzioni che prevedano una più attiva e diretta partecipaz­ione dell’Aie. Siamo pronti ad ascoltare le proposte e posizioni di tutti. L’unico punto non negoziabil­e è Torino come sede della manifestaz­ione» .

«A me piace il Salone a Torino e l’ho sempre difeso — dice Stefano Mauri, amministra­tore delegato e presidente del gruppo Gems — ma

Le posizioni Stefano Mauri: «Ho difeso il Lingotto, vediamo le alternativ­e» . Ma i gruppi non sono concordi

bisogna vedere quali alternativ­e ci prospettan­o».

Difende il Salone piemontese il sindaco Chiara Appendino secondo cui la rassegna «rappresent­a una ricchezza e una risorsa per Torino e per tutto il territorio». Si allineano il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparin­o e l’assessore alla Cultura Antonella Parigi, che auspicano «un incontro per aprire un dialogo costruttiv­o con l’Aie». Incontro con l’Aie che sicurament­e si farà anche a Milano, la settimana prossima, come ha confermato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno: «Milano è pronta e disponibil­e. Fermo restando che si tratta di una scelta autonoma dell’Aie, si riconosce a Milano un ruolo di leader».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy