Corriere della Sera

Marijuana, manette e coma Fantastic Negrito, vita da film

La parabola del bluesman. «Grazie a mio figlio riparto da zero»

- Stefano Landi

Ci sono infiniti modi per arrivare a scrivere un bel disco. Fantastic Negrito (che nonostante quello che leggerete qui sotto ha solo 48 anni) ha scelto di fare il giro più largo possibile. Un viaggio pirotecnic­o, tutto discese ardite e atterraggi senza paracadute.

Una storia che sembra la sceneggiat­ura di un film di quelli tutti resurrezio­ne e redenzione che piacciono tanto nei cinema oltreocean­o. «Invece questa è la mia storia, ma soprattutt­o questo disco è il riflesso dei tempi complicati che stiamo vivendo», racconta Xavier Dphrepaule­zz. Uno che prima di diventare Fantastic Negrito (nome più agile alla causa discografi­ca) ha vissuto una serie di capitoli che comprendon­o: un demo infilato nella sacca da golf di Joe Ruffalo, manager di Prince, che gli vale un contratto da un milione di dollari che poi non ha dato i frutti sperati. Xavier si Esce oggi, in anteprima su corriere.it, il nuovo video di Alessandra Amoroso. «Vivere a colori», terzo singolo e title track dell’ultimo album della cantante salentina, è un inno all’amore e alla gioia di vivere, filo conduttore delle canzoni del disco. Nel videoclip, ideato e diretto da Giuliano Peparini con la regia di Mauro Russo e le coreografi­e di Veronica Peparini, Alessandra incontra fra i vicoli di Roma personaggi che stanno al confine tra realtà, sogno e fantasia e con loro inventa il suo mondo a colori e si mette alla prova con il ballo. «Vivere a colori» è disco di platino e il 7 ottobre partirà da Napoli il tour. mette a organizzar­e party illegali in un loft di 300 metri quadri a Los Angeles con ospiti da tutta Hollywood (Mike Tyson era l’habitué numero uno). E per questo motivo finisce pure in galera. A Oakland coltiva marijuana e la vende a scopo terapeutic­o («avevo bisogno di tornare a sporcarmi le mani»). Diventa agitatore culturale dell’undergroun­d della Città degli Angeli, poi in un incidente d’auto rimane mezzo paralizzat­o.

Dopo tre settimane di coma, i medici gli dicono che non potrà più muovere le braccia. E quindi suonare. Invece lui grazie a una tecnica a uncino riprende la chitarra e sceglie la «The Last Days of Oakland» è il nuovo cd dell’artista scoperto dal manager di Prince strada per testare il senso delle sue nuove canzoni. «È stata la nascita di mio figlio nel 2008 a spingermi a rimisurarm­i con la musica ripartendo da zero», racconta.

Così è nato il progetto Fantastic Negrito. Il suo nuovo album «The Last Days of Oakland» è diventato virale sulle radio americane. «Quando sopravvivi a un certo passato, quello che ti porti dentro ti indica la strada: così riesco a fondere le mie radici hip-hop, il funky e il soul che mi è sempre ronzato nelle orecchie».

Il titolo del disco è amaro. «Rappresent­a il disagio di chi per colpa della crisi e della svendita dei valori di strada è costretto a sentirsi straniero nella sua città. Succede in America, ma ormai anche nel resto del mondo». Così è cresciuto anche il suo impegno politico, figlio non solo dell’orgoglio nero. «Suonando in giro ho sostenuto la campagna di Bernie Sanders. Da giovane Con la chitarra Fantastic Negrito ha pubblicato «The Last Days of Oakland», il suo nuovo album, il mese scorso le battaglie di strada mi hanno sempre affascinat­o, ho convissuto con situazione al limite, sempre sull’orlo del baratro. Resto vicino ai bisogni di chi vive la realtà dal basso».

Perché dal basso è nato Xavier Dphrepaule­zz: nel Massachuse­tts, Esperienza Quando sopravvivi a un certo passato quello che ti porti dentro ti indica la strada ottavo di 14 fratelli, a 12 anni già era scappato di casa per via di quel suo naturale talento a mettersi nei guai.

La sua voce ondeggia tra Leonard Cohen e Janis Joplin. «Sono cresciuto col mito di David Bowie e Kurt Cobain, oltre che ovviamente di Prince. La mia unica ambizione però è non copiare nessuno. Ho bisogno di trovare uno stile mio. Per questo nelle canzoni ho introdotto anche quel modo di fischietta­re a bocca chiusa. L’ho imparato dai nonni».

In primavera si è fatto notare aprendo i concerti di Chris Cornell dei Soundgarde­n. Il 9 e 10 settembre arriverà anche in Italia. Prima a Siena, poi a Milano. Ma sul palco non c’è tempo per raccontare il passato. Il presente (e per ora anche il futuro) viaggiano sull’onda di questo blues da marciapied­e che è un condensato di vita vissuta.

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