Corriere della Sera

Seppellito dalle urne, il Novecento saluta

- Di Pierluigi Battista

Una delle ragioni dello sbandament­o frastornat­o delle élite dopo il voto sulla Brexit è che la cultura politica del Novecento, quella in cui appunto si sono formate in grande maggioranz­a le classi dirigenti dell’economia, della politica, della cultura, del giornalism­o, della tecnocrazi­a, è stata irreversib­ilmente e ingloriosa­mente seppellita nelle urne di quasi tutto il continente. Non è solo il passaggio, caro ai politologi, da un sistema bipolare a uno sempre più tripolare, ma qualcosa di più profondo e radicale: la secessione culturale e psicologic­a che ormai un terzo stabile dell’elettorato europeo (e americano) ha consumato nei confronti delle famiglie politiche e ideologich­e in cui si è strutturat­o il Novecento del dopoguerra, quella del socialismo declinato in tutte le sue variopinte denominazi­oni, e quella della liberaldem­ocrazia e del popolarism­o, anch’essa variegata e multiforme, ma destinata a presidiare il lato moderato e di centrodest­ra del sistema politico. Quell’ordine è crollato, e con esso la distribuzi­one tradiziona­le dello spazio politico in una destra e una sinistra separate da confini netti. In Spagna Podemos, sebbene sconfitta, erode il Partito socialista fino a tallonarlo e con Ciudadanos che morde i Popolari raggiunge un discreto 35 per cento che fugge dai partiti tradiziona­li. In Francia la Le Pen è attestata stabilment­e a oltre il doppio dei consensi riscossi da suo padre Jean-Marie. In Italia il trionfo dei 5 Stelle, con l’aggiunta della Lega, smentisce chi parlava di un fenomeno effimero. In Germania ciò che dovrebbe essere un’eccezione, la Grande Coalizione, rischia di diventare la condizione permanente dell’assetto politico, e le prossime elezioni ci diranno se la malattia nel frattempo non si sia aggravata. In Grecia Tsipras ha annullato il partito socialista. In Austria il candidato estremista devasta i Popolari e per contrastar­lo ci vuole la grande alleanza della paura (e pure qualche manomissio­ne nelle schede) che elegge un Verde a suo salvatore. In Olanda il bipolarism­o è finito. In Inghilterr­a, patria della democrazia dell’alternanza bipartitic­a, vince la Brexit osteggiata dai Conservato­ri e (più blandament­e) dai Laburisti. Negli Usa il fenomeno Trump (e anche Sanders nel campo opposto) infligge duri colpi alla tradizione repubblica­na. Nel frattempo le élite si baloccano impotenti deplorando il «populismo» e recriminan­do sul «popolo bue». E il Novecento, tristement­e, saluta.

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