Corriere della Sera

Un arbitro sottotono Si dimostra incoerente

- Di Paolo Casarin Portogallo Francia 1 0 Alessandro Bocci Paolo Tomaselli

Infortunio La sequenza dell’infortunio di Cristiano Ronaldo: all’8’ CR7 viene colpito duro da Payet, il ginocchio sinistro si gira in modo innaturale e il giocatore del Portogallo rimane a terra. Prova a rialzarsi, resta in campo qualche minuto ma poi si accascia a terra ed esce per farsi curare. Rientra con il ginocchio bendato, prova a giocare ancora qualche minuto ma poi si arrende definitiva­mente, uscendo tra le lacrime in barella. Tornerà in panchina prima dei supplement­ari (Reuters, Ap)

Clattenbur­g arbitra la finale FranciaPor­togallo, dopo tante prestazion­i eccellenti. La partita è corretta, Clatts sembra inutile con questi calciatori. Ma all’8’ serviva, eccome, per punire con il giallo un’entrata dura di Payet su Ronaldo, costretto a lasciare. Non aver fischiato quel fallo è stato un errore grossolano. Il giallo a Cedric per fallo su Patricio. Il portiere portoghese, con un colpo di reni, alza sopra la traversa l’incornata di Griezmann, liberato dal lancio profondo di Payet e ribatte con prontezza il tiro violento di Sissoko. Tutto qui. Troppo poco per portare a casa la coppa. E nel secondo tempo la Francia attacca di più, ma sempre sotto ritmo.

Griezmann non riesce a deviare un cross teso da sinistra di Coman, entrato al posto dello spento Payet, mentre Rui Patricio come nel primo tempo è reattivo su Sissoko. Sull’altro fronte, Lloris evita la beffa con una doppia parata: sul cross maligno di Nani e sulla mezza rovesciata di Quaresma. L’occasione più nitida, è dei Bleus e capita oltre il 90’: Gignac, entrato per Giroud, si libera dentro l’area di Pepe e calcia a colpo sicuro, lo stadio trattiene il fiato, il palo spegne l’illusione. Nei supplement­ari c’è solo il Portogallo e alla fine Ronaldo in campo fa festa come un bambino, zoppo ma felice. La notte più cupa diventa la più bella. DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A PARIGI Decisivo Eder autore del gol (Ap) Zidane, ma perché Ronie sembrava un fantasma e le immagini di lui che a stento si regge in piedi sono rimaste celebri quanto inquietant­i. Ma il brasiliano era già stato male prima di una partita che non doveva giocare. Cristiano invece era carico come una molla anche nel riscaldame­nto. Incitava i compagni, faceva ogni esercizio come se fosse il più importante. Fino alla botta di Payet e al quarto d’ora forse più brutto della sua carriera. Mai brutto come il finale di Messi con l’Argentina, comunque. Perché l’Europeo di Ronaldo, iniziato a rilento, era decollato dopo altre lacrime: quelle del suo miglior nemico che fallisce il rigore nella finale di Copa America persa contro il Cile e annuncia l’addio alla sua Nazionale. Ronaldo almeno rientra in tempo a bordo campo per vedere da vicino il primo Il migliore Moussa Sissoko (LaPresse) trionfo della storia del suo Portogallo. Così le lacrime di dolore dell’inizio si trasforman­o in un pianto di gioia. Perché questa comunque è anche la vittoria di Cristiano, che aveva già fatto una piccola impresa ad arrivare alla finale, tra occhiolini alle hostess, rigori sbagliati, colpi di tacco (all’Ungheria) e quel magnifico gol di testa al Galles. Senza contare che Ronaldo non lascia ma raddoppia: «Giocherà altri 10 anni con questa squadra» dice Fernando Santos. Perché i successi milionari con United e Real e anche il Pallone d’oro che probabilme­nte vincerà per la quarta volta in fondo sono un lavoro, che lui fa da grande profession­ista. Il Portogallo è un divertimen­to. Una tempesta di emozioni. Tutta nuova. Indimentic­abile.

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