Un arbitro sottotono Si dimostra incoerente
Infortunio La sequenza dell’infortunio di Cristiano Ronaldo: all’8’ CR7 viene colpito duro da Payet, il ginocchio sinistro si gira in modo innaturale e il giocatore del Portogallo rimane a terra. Prova a rialzarsi, resta in campo qualche minuto ma poi si accascia a terra ed esce per farsi curare. Rientra con il ginocchio bendato, prova a giocare ancora qualche minuto ma poi si arrende definitivamente, uscendo tra le lacrime in barella. Tornerà in panchina prima dei supplementari (Reuters, Ap)
Clattenburg arbitra la finale FranciaPortogallo, dopo tante prestazioni eccellenti. La partita è corretta, Clatts sembra inutile con questi calciatori. Ma all’8’ serviva, eccome, per punire con il giallo un’entrata dura di Payet su Ronaldo, costretto a lasciare. Non aver fischiato quel fallo è stato un errore grossolano. Il giallo a Cedric per fallo su Patricio. Il portiere portoghese, con un colpo di reni, alza sopra la traversa l’incornata di Griezmann, liberato dal lancio profondo di Payet e ribatte con prontezza il tiro violento di Sissoko. Tutto qui. Troppo poco per portare a casa la coppa. E nel secondo tempo la Francia attacca di più, ma sempre sotto ritmo.
Griezmann non riesce a deviare un cross teso da sinistra di Coman, entrato al posto dello spento Payet, mentre Rui Patricio come nel primo tempo è reattivo su Sissoko. Sull’altro fronte, Lloris evita la beffa con una doppia parata: sul cross maligno di Nani e sulla mezza rovesciata di Quaresma. L’occasione più nitida, è dei Bleus e capita oltre il 90’: Gignac, entrato per Giroud, si libera dentro l’area di Pepe e calcia a colpo sicuro, lo stadio trattiene il fiato, il palo spegne l’illusione. Nei supplementari c’è solo il Portogallo e alla fine Ronaldo in campo fa festa come un bambino, zoppo ma felice. La notte più cupa diventa la più bella. DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A PARIGI Decisivo Eder autore del gol (Ap) Zidane, ma perché Ronie sembrava un fantasma e le immagini di lui che a stento si regge in piedi sono rimaste celebri quanto inquietanti. Ma il brasiliano era già stato male prima di una partita che non doveva giocare. Cristiano invece era carico come una molla anche nel riscaldamento. Incitava i compagni, faceva ogni esercizio come se fosse il più importante. Fino alla botta di Payet e al quarto d’ora forse più brutto della sua carriera. Mai brutto come il finale di Messi con l’Argentina, comunque. Perché l’Europeo di Ronaldo, iniziato a rilento, era decollato dopo altre lacrime: quelle del suo miglior nemico che fallisce il rigore nella finale di Copa America persa contro il Cile e annuncia l’addio alla sua Nazionale. Ronaldo almeno rientra in tempo a bordo campo per vedere da vicino il primo Il migliore Moussa Sissoko (LaPresse) trionfo della storia del suo Portogallo. Così le lacrime di dolore dell’inizio si trasformano in un pianto di gioia. Perché questa comunque è anche la vittoria di Cristiano, che aveva già fatto una piccola impresa ad arrivare alla finale, tra occhiolini alle hostess, rigori sbagliati, colpi di tacco (all’Ungheria) e quel magnifico gol di testa al Galles. Senza contare che Ronaldo non lascia ma raddoppia: «Giocherà altri 10 anni con questa squadra» dice Fernando Santos. Perché i successi milionari con United e Real e anche il Pallone d’oro che probabilmente vincerà per la quarta volta in fondo sono un lavoro, che lui fa da grande professionista. Il Portogallo è un divertimento. Una tempesta di emozioni. Tutta nuova. Indimenticabile.