Corriere della Sera

Da eroe nazionale a grande assente Griezmann deve ricomincia­re da capo

Dopo un Europeo da assoluto protagonis­ta, il fallimento proprio nell’atto decisivo

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori @Stef _Montefiori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Avevano già cominciato a chiamarlo «Empereur Antoine Griezmann I», l’Imperatore, e si scambiavan­o online il ritratto dipinto dal «Pupazzaro» (l’illustrato­re romano Fabrizio Birimbelli). Dopo la tremenda delusione, Griezmann dovrà ricomincia­re da capo. Come Napoleone, il numero 7 non è altissimo, e non lo era soprattutt­o da ragazzino, quando per questo nessuna scuola di calcio francese ha voluto prenderlo. A un certo punto il Metz gli aveva promesso un contratto prima di cambiare idea: «Suo figlio è troppo piccolo», dissero al padre Alain. Un errore di cui si

parlò anche nel 2011, quando scoppiò lo scandalo delle presunte quote nelle scuole calcio: «Non dobbiamo ripetere un caso Griezmann», dicevano quelli che volevano limitare la presenza dei giocatori più atletici e possenti (spesso di origine africana).

Nel frattempo si era trasferito in Spagna. A 14 anni ha lasciato Mâcon per trasferirs­i nei Paesi Baschi e imparare il calcio nella Real Sociedad. Nel 2014 il passaggio all’Atletico Madrid, e il Mondiale dove è scoppiato a piangere come un bambino alla fine della partita persa con la Germania.

Giovedì sera la vendetta in semifinale con i due gol rifilati al «più forte portiere del mondo» Neuer, e la consacrazi­one come capocannon­iere degli Europei. Griezmann sembrava inarrestab­ile, come la storia a lieto fine cominciata con il dramma del 13 novembre, quando la sorella Maud era al Bataclan e riuscì a salvarsi.

L’eroe che i francesi ieri sera attendevan­o alla prova definitiva è un 25enne che non ha mai giocato nel campionato nazionale, che è più a suo agio nel parlare spagnolo che francese ed è di origini portoghesi: sua madre Isabelle Lopes è figlia del calciatore profession­ista Amaro Lopes. Un europeo vero, un francese simbolo di quella che in Francia cominciava a essere chiamata la «generazion­e Griezmann»: come Pogba giovani, disinvolti, ben al di sotto delle 50 convocazio­ni in Nazionale. «Sono giovani, vogliono andare in fondo — diceva Deschamps — e mi va benissimo». Niente da fare, Griezmann è tornato quello che sbagliava il rigore del pareggio nella finale di Champions con il Real. Ieri sera ha corso, come sempre, ma il destino lo ha raggiunto. È sembrato un giocatore senza peso.

Fantasmi del passato Ha corso come sempre ma è tornato quello che sbaglia il rigore in finale di Champions

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Atletico Nato a Mâcon il 21 marzo 1991, Antoine Griezmann gioca nell’Atletico Madrid dal 2014 (Afp)
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