Rosberg, in castigo per i dialoghi proibiti col team
Punito per «l’assistenza» via radio: e scoppia la polemica tra Red Bull e Mercedes
DAL NOSTRO INVIATO
Un codice da Radio Londra, una sequenza di tasti da spingere sul volante. «Driver default 1-0-1, chassis default 0-1» gracchia in mondovisione l’emittente personale di Nico Rosberg. E poi ancora: «Evita la settima marcia». Il tedesco nei giri finali si sta difendendo dal ritorno di Max Verstappen. Ha un problema al cambio e chiede l’«aiutino» alla regia. Glielo danno anche se non possono. Il regolamento
Ombre rosse nella campagna inglese. Nella terra del meteorologo Lewis — «Che bello il tempo da queste parti» — la Ferrari si spegne come il cielo. Acquazzone prima del via: l’idolo di casa rischia di più dietro alla safety car — la direzione di gara sceglie lo start in «processione» come a Montecarlo — che a guardarsi le spalle. Vittoria in solitaria, la 47ª in carriera, la quarta in casa. Come lui nessuno a Silverstone.
Per i rossi è una Brexit dolorosa: distacchi da maratona (un minuto e mezzo per Vettel, nono, 70” per Raikkonen in versione autista che conclude dalla casella iniziale: quinto), la trasferta Oltremanica mette a nudo tutti i difetti della SF16-H. Nervosismo e asfalto viscido appannano la guida di Seb quando perde la macchina e va a sbarrare la strada a Massa prendendosi 5” di penalità. Qui si aspettavano di soffrire ma non così tanto. Ritornano malanni mai curati: il cambio che Duello La battaglia tra Rosberg e Verstappen (LaPresse) da quest’anno vieta comunicazioni così: sulle monoposto più sofisticate della storia della F1 i piloti devono cavarsela da soli. In un’altra occasione Nico si era salvato da una grana grazie a dei «pizzini» appesi in macchina con le varie combinazioni. Stavolta no, l’assistenza costa cara e lui diventa il primo pilota punito per aver infranto il divieto, creando così un precedente: perde 10’’, addio 2° posto. Resta leader del Mondiale ma il margine su Hamilton si è ridotto a un misero punticino. I commissari hanno spiegato che il team non si è limitato a fornire informazioni «indispensabili» (e quindi lecite) ma è andato oltre con vere e proprie istruzioni. La Mercedes ha tempo fino a giovedì per ricorrere in appello e sembra intenzionata ad andare avanti. Perché l’episodio ha innescato roventi polemiche: la Red Bull è andata subito dai commissari a denunciare il dialogo proibito. Chris Horner: «Faranno anche schifo, ma sono regole e