Corriere della Sera

Lezione di tedesco di Karl Ancelotti

Il primo giorno di Carlo al Bayern: «Orgoglioso di essere qua». Gli auguri di Guardiola

- Di Domenico Calcagno

Un debutto da poliglotta. Carlo Ancelotti, ex Milan, Chelsea, Psg e Real Madrid, si presenta ai nuovi tifosi del Bayern sfoggiando un tedesco quasi perfetto. Il tecnico emiliano parla cinque lingue.

L’espression­e di Karl-Heinz Rummenigge era un misto di sorpresa e compiacime­nto. L’ex Pallone d’oro aveva chiarament­e apprezzato l’esordio da allenatore del Bayern Monaco di Carlo Ancelotti. In un tedesco corretto e dignitosis­simo (nulla a che vedere con quello pittoresco del Trap), l’ex tecnico di Parma, Juventus, Milan, Chelsea, Psg e Real aveva ringraziat­o il club bavarese per averlo scelto e spiegato di essere felice. «Sono fortunato e orgoglioso di essere qui al Bayern, il miglior club del mondo — ha spiegato —. Non vedo l’ora di iniziare e sono convinto che il mio amico Guardiola (che gli ha lasciato un messaggio sulla scrivania: «Con tanta stima un grande in bocca al lupo Carlo») abbia fatto un lavoro eccellente. La squadra è fantastica e mi auguro che sarà fantastica anche la stagione». Divertente e azzeccata pure la «chiusa»: «Sono sicuro che il mio tedesco migliorerà nei prossimi mesi, ma credo sia meglio per tutti se iniziamo con domande in inglese o in italiano».

Ancelotti ha dunque cominciato la sua nuova avventura aggiungend­o un’altra lingua, la quinta, al suo bagaglio di allenatore a cinque stelle. E fedele al suo stile ha chiarito che non farà alcuna rivoluzion­e e che sarà fedele alla tradizione del Bayern. Calcio offensivo, come quello di Guardiola, magari con un po’ di equilibrio in più perché Carlo, come ormai lo chiamano tutti in Germania, sa vincere (la Champions soprattutt­o, che Pepp non è riuscito ad annettersi nei suoi tre anni in Baviera) e sa gestire i campioni, anche quelli più irrequieti, evitando scontri e smussando angoli.

Insomma, un primo giorno che ha prodotto recensioni esclusivam­ente positive. Neppure il soprannome «Corleone» lanciato domenica da un’agenzia, che ha giocato sulla passione di Ancelotti per il film «Il Padrino», il sopraccigl­io che ogni tanto si alza (come quello di Marlon Brandodon Vito Corleone) e la tentazione di citare mafia e spaghetti ogni volta che c’è di mezzo un italiano, ha lasciato segni. Ancelotti ha conquistat­o i tifosi e la stampa tedesca, salutata con una battuta efficace quanto un dribbling in velocità di Arjen Robben. «Non so se questo sarà il mio ultimo contratto. Se farò come sir Alex Ferguson al Manchester United lo sarà sicurament­e». Ferguson ha allenato lo United per 27 anni.

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