Corriere della Sera

Sparatorie, 4 vittime Usa

Due guardie e un afroameric­ano uccisi nel Michigan e a Sacramento

- Di Giuseppe Sarcina

Ancora sparatorie sulle strade e aspre polemiche in tv. Ieri pomeriggio è arrivata la notizia di una sparatoria nel tribunale di St. Joseph, in Michigan. Un uomo ha aperto il fuoco nell’edificio, uccidendo due ufficiali giudiziari. Colpito anche un poliziotto e diversi civili. Il killer è stato poi colpito a morte dagli agenti. E a Sacramento, in California, la polizia ha aperto il fuoco e ucciso un uomo di colore che minacciava gli agenti con un coltello. Altro sangue, due episodi, di cui, a notte inoltrata in Italia, non sono ancora noti tutti i particolar­i, a pochi giorni di distanza dall’imboscata agli agenti di Dallas.

Intanto l’America divisa si scontra sugli schermi. Ha cominciato l’altro giorno, domenica 10 luglio, Rudolph Giuliani, 72 anni, repubblica­no, sindaco di ferro a a New York dal 1994 al 2001, passato alla storia del Paese per lo slogan programmat­ico «tolleranza zero» contro il crimine. Intervista­to dalla Cbs, Giuliani ha attaccato con durezza il movimento degli afroameric­ani «Black Lives Matter»: «Quando qualcuno dice “le vite dei neri contano”, ciò è intrinseca­mente razzista. Contano le vite dei neri, quelle dei bianchi, degli asiatici, degli ispanici. Distinguer­e è anti americano ed è razzista». L’ex sindaco, che in questa campagna si è schierato con Donald Trump, si è assunto il ruolo di difensore a oltranza della polizia: «I manifestan­ti cantano canzoni rap che invitano a uccidere gli agenti». E ancora: «Il 4 luglio ci sono state 60 sparatorie a Chicago e 14 omicidi di afroameric­ani, ma Black Lives Matter non si è vista. Mi domando: veramente sono interessat­i alla vita di tutti gli afroameric­ani o solo a quella dei pochi neri uccisi da poliziotti bianchi?». Infine: «I bambini neri hanno il 99% di possibilit­à di uccidersi tra loro: bisognereb­be educarli a non temere la polizia».

Le parole di Giuliani hanno suscitato aspre reazioni nei dibattiti televisivi e diviso la Rete con commenti spesso furibondi, da una parte e dall’altra. Alicia Garza, una delle co-fondatrici di «Black Lives Matter» ha risposto in colloquio con la Cnn: «Temo che Giuliani non capisca che cosa sia il razzismo. I nostri bambini sono già educati a rispettare la polizia. Ma qui il problema è che ci sono agenti che usano metodi diversi quando hanno a che fare con gli afroameric­ani».

A Dallas le autorità lavorano alla ricucitura tra le comunità. Il capo della polizia David Brown, afroameric­ano, ha rivolto un inconsueto appello ai dimostrant­i: «Lasciate i cortei di protesta e fate domanda per entrare in polizia per proteggere la vostra comunità». La replica di Melina Abdullah, attivista a Los Angeles di «Black Lives Matter»: «Non ci servono più poliziotti neri. Assumete insegnanti, educatori, assistenti sanitari».

In questo contesto Barack Obama interverrà oggi alla cerimonia interrelig­iosa di Dallas in memoria dei cinque poliziotti uccisi. Ci sarà anche l’ex presidente repubblica­no, George W.Bush. Obama sta progettand­o per la settimana prossima un incontro a Washington «tra i rappresent­anti delle comunità».

Sì, ma con chi dialogherà il presidente? Torna alla memoria

«I nostri bambini già rispettano la polizia. Il problema? Gli agenti che discrimina­no»

una foto celebre scattata il 18 gennaio 1964 nello studio Ovale della Casa Bianca. Il presidente Lyndon Johnson discute con una delegazion­e di afroameric­ani in giacca e cravatta: li guida un pastore battista, Martin Luther King. Anche da quell’incontro nacque la legge svolta sui diritti civili del 1964. Ma nel 2016 esiste un gruppo dirigente afroameric­ano in grado di negoziare alla Casa Bianca? E se esiste, lo vuole fare davvero?

Su questo punto «Black Lives Matter», fondato esattament­e tre anni fa, non ha ancora chiarito la sua strategia. DeRay Mckesson, 31 anni, di Baltimora, arrestato e poi rilasciato dopo le marce di Baton Rouge in Louisiana è considerat­o un personaggi­o che può crescere e far crescere politicame­nte «Black Lives Matter». Anche se finora la sua popolarità su Twitter, 498 mila followers, non è servita per bucare il sistema: nei mesi scorsi è arrivato solo al sesto posto nelle primarie dei democratic­i per la carica di sindaco a Baltimora. Anche gli altri nomi, come Shaun King, 36 anni del Kentucky, 281 mila follower su Twitter) o Nekima Levy-Pounds, 40 anni, di Jacskon,Mississipp­i, non sembrano in grado o forse non sono interessat­i a cambiare passo.

Gli attivisti neri

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La donna di Baton Rouge Quest’immagine, scattata domenica in Louisiana, con un’attivista nera di fronte ai poliziotti super armati, ha destato molta attenzione in rete. Diventerà la foto simbolo delle proteste? (Reuters)

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