Berlusconi spera nei giudici europei Parte l’esame del ricorso sulla Severino
Al governo quattro mesi per rispondere a Strasburgo. Sentenza possibile nel 2017
che di fatto la Corte pone: è stata violato l’articolo 7 della Convenzione europea per i Diritti umani che sancisce il principio del «nessuna pena senza una legge», ovvero l’irretroattività nell’applicazione di una norma penale? E la decisione del Parlamento di far decadere da senatore Silvio Berlusconi è considerabile come una sanzione penale?
Sulla base delle risposte che il governo fornirà, e delle controdeduzioni che chi ha mosso l’istanza — i legali di Berlusconi — faranno, la Corte si pronuncerà sull’ammissibilità del ricorso, ed eventualmente si andrà ad un giudizio sul caso aperto, preparato e tuttora portato avanti in particolare dallo studio legale internazionale Saccucci.
Sui tempi c’è massima cautela: nessuno nell’entourage di Silvio Berlusconi prevede che il giudizio della Corte possa arrivare prima del 2017, e ieri lo stesso Cavaliere ufficialmente non ha voluto commentare le notizie provenienti da Strasburgo.
Il leader azzurro infatti in questa fase lesina anche le note e i commenti sulla politica del giorno, blindato da Letta, Ghedini, Valentini e Giacomoni che proteggono il suo percorso di convalescenza.
Si esprimono però i suoi, come l’azzurro Elena Centemero che si augura che «inizi un percorso che possa portare in breve tempo al riconoscimento delle ragioni del nostro leader, che ha subito una gravissima ingiustizia. Che questo vulnus possa essere sanato». Ottimista Elvira Savino: «La Corte dei diritti dell’uomo darà certamente ragione al presidente Berlusconi, e obbligherà lo Stato italiano a risarcire i danni causati nei suoi confronti dalla malagiustizia».