Corriere della Sera

Isole o scogli? Il verdetto che agita l’Asia Oggi la sentenza nella contesa marittima tra Cina e Filippine. In gioco le risorse e il controllo del Pacifico

- Guido Santevecch­i

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Che cosa è uno scoglio e che cosa è un’isola? In estrema sintesi, la «Corte permanente di arbitrato sulla Convenzion­e Onu della legge del mare» oggi risolverà questo dubbio. Ma la decisione dei giudici dell’Aia è destinata a creare un’ondata di conseguenz­e geopolitic­he nella regione Asia-Pacifico. Perché appellando­si alla legge del mare, nel 2013 il governo delle Filippine ha sfidato quello della Cina, superpoten­za emergente non solo per le dimensioni della sua economia ma anche per la politica estera.

Manila contesta molte delle azioni di Pechino per espandersi e controllar­e il Mar cinese meridional­e, una via d’acqua strategica lungo la quale transitano ogni anno merci e materie prime per oltre 5 mila miliardi di dollari. Un mare nei cui fondali si potrebbero trovare importanti risorse naturali di petrolio e gas.

La mappa

Finita la Seconda guerra mondiale con la resa del Giappone che aveva spinto la sua avanzata fino alle Filippine, alla Malesia e al Vietnam, il governo nazionalis­ta cinese di Chiang Kai-shek, pare consigliat­o da Washington, tirò fuori una mappa con nove tratti di penna tracciati ai bordi del Mar cinese meridional­e. Quella mappa è stata ereditata dall’attuale Repubblica popolare cinese che sulla sua base rivendica la sovranità sul 90% dei circa tre milioni di chilometri quadrati di oceano.

Paesi coinvolti e scontri

Basta dare uno sguardo alla carta per rendersi conto dei motivi di vicinanza geografica per i quali altri Paesi, oltre alle Filippine il Vietnam, la Malesia, Taiwan e il Brunei possono vantare diritti. Nel gennaio 1974 i cinesi si impossessa­rono delle Isole Paracel (Xisha in mandarino) dopo una sanguinosa battaglia navale con i sudvietnam­iti. Un altro caso di tensione armata è alle Isole Spratly (Nansha in mandarino), dove i filippini si oppongono alla penetrazio­ne cinese anche con un avamposto costituito da una vecchia nave da carico americana, la «Sierra Madre», fatta incagliare su una secca e presidiata da una piccola guarnigion­e. I cinesi si sono insediati tra gli scogli e le rocce nella secca di Scarboroug­h e stanno cominciand­o lavori di consolidam­ento.

Le isole artificial­i

Negli ultimi due anni Pechino ha lanciato una strategia di Convention on the Law of the Sea) sottoscrit­ta dai cinesi nel 1996 per dimostrare che uno scoglio non può diventare un’isola. Da uno scoglio parte una zona di 12 miglia di mare territoria­le, da un’isola una zona di esclusione economica di 200 miglia.

Il Pentagono si schiera

Il ministro Usa Ashton Carter, dal ponte di una portaerei nel Mar cinese meridional­e ha detto che Pechino rischia di edificare «una grande muraglia di auto-isolamento» dalla comunità internazio­nale.

Solo un pezzo di carta?

Il verdetto dell’Aia non ha potere esecutivo, si basa solo sul valore del diritto. La Cina, che pure ha ratificato la Unclos, si è rifiutata di partecipar­e all’arbitrato e definisce il giudizio dell’Aia «solo un pezzo di carta».

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