Corriere della Sera

Ultrà Juve Rintraccia­to il teste chiave dell’indagine

- M.Bar.

Ieri in procura sono sfilati, con discrezion­e, ma senza passare inosservat­i, due dipendenti della Juventus. Sarebbero stati ascoltati come testimoni nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolti gruppi ultrà bianconeri e alcuni esponenti della ’ndrangheta. Entrambi avrebbero risposto alle domande poste dal sostituto procurator­e Paolo Toso. Sulla vicenda c’è il massimo riserbo. Ieri è intervenut­o il procurator­e capo Armando Spataro per evitare fughe di notizie in un momento decisivo dell’indagine. Intanto Gerardo «Dino» Mocciola, l’ultrà irreperibi­le da alcune settimane, non avrebbe mai lasciato Torino e sarebbe stato riconosciu­to dai carabinier­i proprio nei pressi della sua abitazione di Mirafiori. L’uomo, che non è ricercato, sarebbe stato notato all’interno di un garage. Mocciola viene considerat­o un testimone chiave, così come lo sarebbe stato Raffaello Bucci, detto Ciccio, 41 anni, che si è tolto la vita giovedì scorso lanciandos­i da un cavalcavia nei pressi di Fossano (Cuneo). Il gesto estremo proprio il giorno dopo aver deposto in procura come persona informata sui fatti. Intanto si è appreso che il telefono cellulare di uno dei dipendenti bianconeri chiamati in causa nell’inchiesta, sarebbe stato intercetta­to dalla squadra mobile per quasi due anni. Nel rispetto del lavoro degli inquirenti, la società bianconera continua a mantenere il più stretto riserbo, anche se come ha confermato uno degli investigat­ori, in questa vicenda la società bianconera si considera parte lesa.

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