Corriere della Sera

La corsa per adottare le greggi del Po che rischiano l’abbattimen­to

Mille pecore sequestrat­e a un allevatore di Brescello finito in carcere. Gli animalisti: con noi saranno libere

- Stefania Chiale

Mille pecore del Reggiano rischiano l’abbattimen­to. Due grandi greggi sono stati posti sotto sequestro amministra­tivo nei comuni di Luzzara e Brescello, in provincia di Reggio Emilia.

Gli animali pascolavan­o nelle aree golenali del Po (che sono gli spazi compresi tra la riva e l’argine) senza essere provvisti della necessaria autorizzaz­ione sanitaria. Un primo gregge, di 700 pecore, è stato trovato nel territorio del Comune di Luzzara. Un secondo, di 300 animali, pascolava in zona Ghiarole di Brescello. Il proprietar­io delle greggi è Salvatore Tarantola, noto allevatore della zona e attualment­e detenuto per definitive condanne a suo carico.

Al momento gli animali sono stati trasferiti in un allevament­o a Guastalla, ma potrebbero essere abbattuti visti gli ingenti costi pubblici di mantenimen­to. In quanto privi di autorizzaz­ione sanitaria, dovrebbero inoltre essere bruciati: «Nella nostra fattoria i capi salvati da violenze vivono tutti da animali domestici» la normativa europea in materia di tracciabil­ità non consente di utilizzarn­e la carne per il consumo.

La speranza, afferma il deputato del gruppo Misto Carmelo Lo Monte — che sollecita un intervento dei ministeri di Agricoltur­a, Interni e Salute — è che gli animali vengano affidati alle cooperativ­e sociali presenti sul territorio. La proposta per ora è arrivata dall’associazio­ne Ingaia, promotrice del progetto «La Fattoria delle Coccole» di Appiano Gentile, in provincia di Como, che ieri ha inviato una richiesta ufficiale di affidament­o delle pecore. Sarebbe un grande risparmio Sul fiume La località, nei pressi di Brescello, dove si dissetavan­o le pecore per le casse pubbliche e «un grande passo in avanti per la tutela degli animali», spiega Bianca Tagliabue, presidente dell’associazio­ne. «Vogliamo creare il primo gregge di pecore libere». Da cosa? «Dalla catena alimentare. Nella nostra fattoria gli animali, salvati da situazioni di maltrattam­ento o morte certa, vivono per sempre come animali domestici».

Ieri si è svolta la prima riunione tra i vertici dei tre comuni coinvolti (Brescello, Luzzara e Guastalla): la soluzione è attesa nelle prossime ore.

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