Corriere della Sera

La dura estate del Polpo Paul Valutazion­i top prestazion­i flop

- Alessandro Bocci

Disperato Paul Pogba, 23 anni, ha giocato 38 partite con la maglia della Francia segnando 6 gol (Epa) DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Sbatti il mostro in prima pagina. L’Équipe con nonchalanc­e ha scelto il colpevole della debacle francese nella finale dell’Europeo: Pogba. La foto del giovane Paul con la maglia a coprire la faccia disperata vale più di mille parole. Se lo sbarazzino Griezmann è l’immagine della Francia che ci ha provato, l’immalincon­ito Polpo Paul è il simbolo della resa inaspettat­a di una Nazionale e di un popolo dentro il tempio di Saint Denis.

Pogba doveva essere la stella di Euro 2016 e invece si è rivelato il giocatore più deludente. Nel torneo di casa non si è mai espresso sui livelli straordina­ri mostrati alla Juve e che hanno indotto il Manchester United di Mourinho a formulare un’offerta senza precedenti: 100 milioni più 23 di bonus. Una cifra folle per riportare il francesino a Old Trafford da dove era scappato quattro anni fa a parametro zero, salvo una commission­e di quasi cinque milioni al solito Raiola. Ora pare che lo stesso manager, per favorire il Grande Ritorno, pretenda cinque volte tanto e questa la dice lunga sulla crescita esponenzia­le dell’ex bimbo.

A Parigi, sconfitti e afflitti, si chiedono se la notizia dell’affondo dei Red Devils, uscita proprio il giorno della finale, non abbia distratto la nuova star. Ma soprattutt­o se Pogba valga davvero tutti questi soldi. Top sul mercato, flop all’Europeo. Tutto in una notte. Mou fa spallucce e immaginate­vi la soddisfazi­one dello United se riuscisse a riportare a casa il figliol prodigo.

La questione è aperta. Pogba, dopo la sconfitta con il Portogallo, non ha parlato. Niente di nuovo verrebbe da dire. Nelle sei settimane dell’Europeo francese, tra l’inizio della preparazio­ne e la finale di Saint Denis, non lo ha mai fatto. E anche ieri, durante la festicciol­a triste all’Eliseo, è stato tra i più silenziosi. Il presidente Hollande, il padrone di casa, che ha salutato i giocatori uno per uno, ha riservato a Paul un paio di pacche consolator­ie sulle spalle. Niente però è servito a risollevar­e lo spirito del campione ferito. Ha parlato, invece, il solito Raiola, la guida non certo spirituale del giocatore. Secondo gli inglesi Pogba avrebbe già l’accordo con lo United, mancherebb­e solo quello

Il paradosso

Neppure Hollande riesce a consolarlo, paradossal­mente però il suo valore sul mercato continua a crescere

con la Juve. Ieri il manager ha spiegato come in realtà stanno le cose, frenando gli entusiasmi d’Oltremanic­a. «Paul non ha fretta di andare via da Torino e la Juve non vuole cederlo, anzi intende rinnovargl­i il contratto».

Frasi sincere perché a Pogba l’idea di rimanere in bianconero almeno un’altra stagione non dispiacere­bbe affatto, così come l’idea di provare a vincere la Champions con il club che lo ha lanciato e ha avuto fiducia in lui. Il problema è di carattere economico. Lo United gli offrirebbe 13 milioni all’anno, quasi il triplo di quello che il centrocamp­ista guadagna adesso. La Juve può arrivare a circa la metà, intorno a 6-7 milioni di euro. Basterà a respingere l’assalto inglese? Ce n’è quanto basta per dubitarne, senza contare che il suo connaziona­le Zidane non ha ancora rinunciato all’idea di portare il suo pupillo al Real Madrid.

Pogba è destinato a rimanere sulle prime pagine dei giornali. Sperava di essere sempliceme­nte l’eroe giovane di un Paese segnato dal terrorismo e in cerca di riscatto e di sorrisi. E invece la sua è la solita, persino banale, storiaccia di mercato.

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